Vulìo, irresistibile voglia, desiderio irrefrenabile di un qualcosa che ci manca, un astinenza da colmare che potrebbe riempirci, farci sentire sazi e soddisfatti. Queste voglie matte da donna gravida, possono essere di vario genere, c’è il vulìo di gola, quello sessuale, quello affettivo e persino quello spirituale, di quest’ultimo, così particolare, ne è colpita la protagonista dell’ultimo spettacolo di Gea Martire e Antonio Capuano, Vulìo, per l’appunto, in scena al Nuovo Teatro Sancarluccio di Napoli da giovedì 29 gennaio a domenica 8 febbraio 2015.
Si rinnova così una fortunata collaborazione tra l’attrice ed il regista dopo il successo ottenuto nella scorsa stagione con lo spettacolo “Mulignane”. Questa volta Gea veste i panni di una donna tormentata, Maria Immacolata, la quale si interroga – come si legge nelle note di regia – su alcune questioni di cui non si capacita: se lo spirito ha sede nel corpo, avrà corpo anche lo spirito? E, di conseguenza, il corpo sarà fatto di spirito? Il fantasma di zia Angelina che l’ha cresciuta, poi, le appare di tanto in tanto ammonendola, come faceva già in vita, con le sue condanne da santa inquisizione. Piena di sensi di colpa, per non aver mai “allenato” come si deve la sua spiritualità, Maria Immacolata, decide così di andare a fare un viaggio a Lourdes in veste di dama di carità, un pellegrinaggio di redenzione e perdono . Ma giunta sul luogo sacro, dopo una serie di disavventure esilaranti, anche per lei avverà il miracolo che finalmente la libera dai suoi tormenti.
Gea Martire con la sua straordinaria versatilità interpretativa ci tiene incollati alla poltrona per più di un ora, con un instancabile verve artistica che non fa mai abbassare di tono e di ritmo lo spettacolo. In un apparente cornice ironica, in alcuni frangenti davvero esilarante, si nascondono e si leggono, tra le righe, riflessioni profonde, sul senso della propria spiritualità che ognuno di noi ricerca, sul fanatismo religioso, sulla strumentalizzazione politica della religione, sull’ipocrisia di alcune persone che predicano bene ma razzolano male. Un vortice di situazioni e personaggi , che prendono vita in una messinscena minimale, ma dove il sapiente utilizzo del disegno luci e del sonoro, insieme alla strepitosa recitazione della Martire, aprono ampi spiragli nell’immaginazione dello spettatore che ne viene così coinvolto. Una grande performance teatrale con una drammaturgia originale e ben curata ad opera della stessa attrice Gea Martire e del regista Antonio Capuano. Uno spettacolo fuori dai soliti schemi che merita di essere visto, imperdibile.
Per info: http://www.nuovoteatrosancarluccio.it/