Sentire Peppe Lanzetta è sempre un gran piacere. E il suo reading, il 9 giugno, nell’ambito delle Dediche alla città di Napoli del Napoli Teatro Festival, ha mantenuto le aspettative, nonostante il tempo nefasto e la pioggia abbiano costretto a spostare la lettura dal Panorama di Castel Sant’Elmo all’Auditorium.
Lanzetta è sicuramente un artista straordinario, una straordinarietà che nasce dalla apparente contraddittorietà tra il suo aspetto, il suo volto, e la sua voce, la sua scrittura, la sua recitazione. E il reading a cui ha dato vita aveva una musicalità forte, suadente, bella, un perfetto tutt’uno con la musica dal vivo che accompagnava le sue parole.
Molti i testi letti, che hanno mostrato quella che è la Napoli di Lanzetta, una Napoli di contrasti e di conflitti, paradiso e inferno, Napoli messicana e Messico napoletano, Napoli Medea e Medea Napoli.
Non sono mancati i momenti toccanti, in cui oltre all’applauso si è strappata vera commozione. Si pensi al racconto di Massimo Troisi che giunge nel paradiso degli artisti, alla poesia per la scomparsa dell’amico Pino Daniele, a Immensità che ha ispirato anche Paolo Sorrentino, al brano tratto da Tropico di Napoli, romanzo pubblicato dal Feltrinelli nel 2000, con protagonista un “cattivo tenente”, omaggio ad Abel Ferrara, prima che Lanzetta lo conosca personalmente qualche anno dopo.
[Photo: Profilo FB Peppe Lanzetta]