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Maschere del Teatro Italiano: una cronaca della serata per le nomination

masks1La serata per le nomination delle terne finaliste del premio Le Maschere del Teatro Italiano – edizione 2015, presso il Teatro Mercadante il 29 maggio, è risultata di notevole interesse non solo per le nomination in sé, quanto per il suo stesso svolgimento.

L’attività della giuria, presieduta da Gianni Letta e composta in quell’occasione da dieci membri, si è svolta tutta sul palco del Mercadante, a sipario aperto, davanti al nutrito pubblico che ha quasi riempito l’intera platea e che ha potuto assistere alla fase decisionale.

Da un ventaglio più ampio di candidati per ogni categoria del premio, si è passati infatti a definire prima le rose con candidati con più di due voti (in una precedente votazione preliminare) per poi passare a una successiva votazione per stabilire le terne. Questo non senza aver discusso o perorato i giurati la causa di qualche candidato ritenuto di valore.

Così, ad esempio, nella sezione “attore/attrice di monologo”, si è avanzata l’ipotesi di Enrico Brignano, attore comico, anche per dar voce a un teatro (quello comico) troppo spesso sottovalutato rispetto a quello drammatico, almeno da un punto di vista interpretativo. Brignano non è riuscito a entrare in terna finale, ma la leggerezza è stata comunque presa in considerazione con Beppe Fiorello nominato nella suddetta categoria.

Sempre discutendo, si è giunti alla definizione delle terne finali. Nando Paone, con soddisfazione del pubblico in sala, è candidato come attore non protagonista. Il segretario Maurizio Giammusso ha spiegato l’assenza di Luca Ronconi dalla categoria regista (l’eventuale premiato deve essere presente al ritiro del premio).

Interessante la terna per il miglior spettacolo con la Lehman Trilogy, ultima regia ronconiana, Il sindaco del Rione Sanità di Eduardo diretto da Sciaccaluga, e il Don Giovanni. Vivere è un abuso, mai un diritto di Filippo Timi che l’ha spuntata, sorprendentemente a mio avviso e non senza un confronto serrato tra due opposti schieramenti tra i giurati, su Der Park di Peter Stein, tra i grandi maestri dell’arte teatrale europea.

Un solo punto, forse, non è chiaro a chi scrive. Nell’ambito degli attori non protagonisti erano in lista Massimo Popolizio e Fabrizio Gifuni, entrambi per la Lehman Trilogy. La giuria, vista anche la peculiarità dello spettacolo, ha stabilito che era meglio prenderei due interpreti in consdierazione per la categoria protagonisti. Popolizio compare di fatti nella lista dei protagonisti (e arriva in terna), Gifuni non è più ricomparso nella lista dei protagonisti. Potrei sbagliarmi.

In ogni caso, ora attendiamo la serata di premiazione, prevista a Napoli per il 4 settembre.

[Photo: Pagina FB]

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