Il seminario-presentazione Autori-attori del teatro italiano, tenutosi lunedì 16 giugno alla Domus Ars di Napoli, ha rappresentato un momento davvero interessante di scambio intellettuale e soprattutto di confronto fra giganti del teatro italiano del XX secolo: Eduardo De Filippo e la coppia Dario Fo e Franca Rame, in occasione del trentesimo anniversario della scomparsa di Eduardo.
Un incontro, organizzato da DieciLune – Festival dell’Autore, che ha visto le relazioni dei professori Pasquale Sabbatino e Giuseppina Scognamiglio, entrambi dell’Università di Napoli “Federico II”, che hanno presentato sì i volumi Eduardo De Filippo tra adattamenti e traduzioni nel mondo anglofono di Armando Rotondi (Nicolaus Copernicus University in Torun, Polonia) e Dario e Franca: la biografia della coppia Fo/Rame attraverso la storia d’Italia di Joseph Farrell (Emerito alla Strathclyde University di Glasgow), ma allo stesso tempo hanno dato vita a vere e proprie lezioni di teatro.
Hanno sottolineato l’importanza di Eduardo sulla scena non solo italiana, ma internazionale, soffermandosi sulle difficoltà riscontrabili nel tradurre e adattare Eduardo, il suo teatro e la sua lingua in inglese e per il pubblico britannico o americano, giudicando il lavoro di Rotondi come il volume essenziale per affrontare d’ora in avanti “Eduardo estero”. Successivamente, partendo dal volume di Farrell, hanno guarda a Dario Fo e Franca Rame come a una coppia di autori e attori che fanno e vivono pienamente la storia italiana, che, in tal modo, è protagonista e non semplice sfondo del volume di Farrell. Una coppia, quella Fo/Rame, in cui il rapporto risulta alla pari, benché se ne possa superficialmente pensare, dove in ogni testo vi è la mano non solo del premio Nobel ’97, ma anche di sua moglie da poco scomparsa.
Presenti i due autori. Rotondi, rispondendo alle domande poste da Sabbatino e Scognamiglio, ha esposto le proprie teorie sulle difficoltà che un traduttore può trovare lavorando su Eduardo: una lingua che non è napoletano o italiano ma una lingua mista che deve arrivare in un’unica lingua finale, non essendoci lo stesso rapporto lingua-dialetto nel mondo anglofono così come c’è in Italia.
Farrell, invece, ha dato vita a un confronto diretto tra Eduardo e Fo, grandi amici, per poi tornare sulla figura di Franca Rame, figura che, sottolineano i relatori, ha un ruolo fondamentale nella produzione di Fo e, per tali ragioni, nel volume di Farrell, considerato da Sabbatino e Scognamiglio come una pietra miliare.
Durante l’evento è stato anche annunciato, per ottobre 2014, il grande convegno su Eduardo nel mondo presso la Federico II di Napoli, e il seminario ha visto anche altri elementi di interesse a fare da cornice.
In primo luogo, la mostra, piccola ma interessante, di volumi, programmi di sala e articoli giornalistici su Eduardo nel mondo anglofono, curata da Armando Rotondi dalla sua collezione privata, raccolta durante anni di ricerca: si va dalle varie Filumena Marturano pubblicate in inglese a Saturday, Sunday, Monday, dal programma di sala di Ducking Out, adattamento di Natale in casa Cupiello sino ai volumi tradotti e curati da Carlo Ardito.
Infine, a conclusione del dibattito, il reading scenico La zuppa della domenica con Alberto M. de Sena e Simona Pipolo. Il testo di Armando Rotondi si è configurato come un omaggio alla drammaturgia di Eduardo De Filippo, mettendo in scena una coppia, cui hanno dato magistralmente voce i due attori che, sebbene giovani, si sono trovati a proprio agio nei panni di protagonisti avanti con gli anni. Nella vicenda di Felice e Concetta Marullo sono evidenti i richiami a Natale in casa Cupiello, Questi fantasmi!, Napoli milionaria o Sabato, domenica e lunedì. Il pubblico, numeroso nonostante il nubifragio su Napoli, sorride amaramente, in modo eduardiano, e merito va sicuramente agli interpreti capaci, anche loro, di cogliere lo spirito di De Filippo.