Ricomincia una settimana che porterà di nuovo al calcio giocato, al campionato e alle coppe europee, per il Napoli l’ultimo ricordo sportivo è la partita di Torino, una prestazione non certo brillante sulla quale però si è già detto e scritto molto, probabilmente troppo.
La squadra, o meglio la mezza squadra che non è partita per gli impegni delle nazionali, ha avuto modo di tirare il fiato e recuperare energie fisiche e mentali in vista di quest’ultimo strappo che porterà alla fine dell’anno senza altre interruzioni con una serie di 7 partite in meno di un mese a partire dall’impegno casalingo di sabato contro il Parma, passando per i decisivi match di Champions contro Dortmund e Arsenal e attraverso gli incontri con Lazio, Udinese e Inter, chiudendo a Cagliari il 21 dicembre.
Naturalmente l’allenatore Rafa Benitez (foto: sscnapoli.it) durante questa sosta ha approfittato per riflettere sulle prestazioni della squadra e sicuramente per individuare qualche alternativa tattica ai piccoli problemi manifestati in alcune gare. Tra queste eventuali soluzioni potrebbe esserci anche l’uso di un modulo ancora diverso dopo il 4-2-3-1 e il 4-4-2 che abbiamo visto finora impiegati, sia per offrire un maggior peso al centrocampo che per sfruttare al massimo le qualità offensive del terzetto di ali (Insigne, Mertens, Callejon) si potrebbe passare ad un 4-3-3 abbassando Hamsik in mediana a fungere da regista offensivo.
Naturalmente per ora si tratta di semplici ipotesi che solo il campo potrà confermare o smentire, in attesa che il mercato di gennaio venga ad offrire qualche soluzione anche tecnica all’allenatore spagnolo, che però alla ripresa potrà contare sul valore aggiunto dell’ultimo acquisto Anthony Reveillere, ingaggiato proprio prima della sosta e che sarà sicuramente utile nelle rotazioni in attesa del completo recupero di Zuniga (previsto per metà dicembre).
La gara di sabato sera con il Parma apre una settimana importante perché dopo lo scontro con i ducali, la formazione napoletana è attesa dal match chiave in Champions sul campo del Borussia Dortmund, con gli azzurri cui basta un punto per aggiudicarsi la qualificazione con un turno di anticipo, tuttavia non è affatto semplice fare punti al Westfalen Stadion e il Napoli avrà comunque ancora chance di qualificazione anche in caso di risultato negativo. Ma che fosse un girone durissimo lo si sapeva fin dal principio.
Sarà quindi la volta dei match con Lazio e Inter, che nel mese di dicembre chiuderanno il lotto degli scontri diretti, con il Napoli che nel girone di ritorno ne giocherà 5 su 6 in casa al San Paolo (unica eccezione proprio il match contro l’ex Mazzarri).
Quest’ultimo aspetto si è forse poco approfondito, ma i dati dicono che la squadra di Benitez ha finora giocato 4 scontri diretti in trasferta (Milan, Roma, Fiorentina, Juventus) con un bilancio di 2 vittorie e 2 sconfitte che gli consentono di essere a sole quattro lunghezze dalla vetta e in piena corso per il titolo e le posizioni che valgono la Champions.
Se da un lato è vero che il Napoli avrebbe potuto far meglio nelle due gare perse (basti pensare alle clamorose occasioni sciupate a Roma), è altrettanto vero che ha subito due sconfitte di cui la prima contro una squadra lanciatissima (anche da un pizzico di fortuna) e la seconda contro quella che è la formazione oggettivamente più forte del campionato (e più rodata, compatta, unita, etc). Per una squadra che sta insieme al nuovo allenatore da meno di 4 mesi non è affatto male un bilancio di 28 punti in 12 partite, considerato che nell’ultima stagione in cui aveva disputato la Champions, dopo 12 gare, la classifica valeva la miseria di 16 punti e invece nella passata stagione (con l’Europa League snobbata in ottica campionato) alla stessa giornata i punti erano 26, quindi 2 in meno.
Numeri che danno la misura della crescita della squadra a dispetto delle critiche e dei circoscritti limiti che ha dimostrato in alcune occasioni, ma come dice Benitez, siamo solo al 75%…