C’è molta Napoli nell’imminente Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (29 agosto – 8 settembre 2012, a lato il logo disegnato da Simone Massi), giunta alla sua 69° edizione in 80 anni di storia (la prima edizione è del 1932), e diretta quest’anno da Alberto Barbera, un ritorno che succede agli otto anni dell’era Müller. Apre la sezione “Fuori Concorso” (29 agosto) un binomio tanto peregrino quanto strabiliante: Jonathan Demme, il maestro premio Oscar™ per Il silenzio degli innocenti, specialista anche dei documentari musicali (su tutti, i lavori su Talking Heads e Neil Young) incontra la musica di Enzo Avitabile (insieme nella foto; fonte: mymovies.it); ne è venuto fuori Enzo Avitabile Music Life, documentario prodotto da Rai Cinema in cui lo sguardo del cineasta statunitense accompagna per Napoli il musicista partenopeo, alla scoperta delle radici della sua tellurica creatività, della connessione psicologica che esiste tra lo spirito di una città magmatica e misterica e la spinta a ricercare nella musica un legame con essa. Il lavoro di Demme sembra iscriversi in quella “scoperta” cinematografica della nuova musica partenopea inaugurata da Turturro con il suo Passione.
Toni Servillo, ormai icona consolidata del cinema “alto” nazionale, sarà presente al Lido con due lavori, entrambi in concorso: È stato il figlio, esordio solista alla regia di Daniele Ciprì, tragicommedia a sfondo mafioso in cui l’attore casertano interpreta il ruolo del padre di una vittima della mafia, e Bella Addormentata, titolo fiabesco dell’ultima fatica di Marco Bellocchio (di cui s’è sentito molto parlare in seguito alle polemiche sul mancato finanziamento al film da parte della Regione Friuli-Venezia Giulia), ispirata alla vicenda di Eluana Englaro, in cui Servillo è un deputato Pdl padre di un’attivista del Movimento per la Vita.
A undici anni dal bell’esordio di Tornando a casa, dopo la bella prova di Vento di terra (2004) e il passo falso di L’ora di punta (2007), entrambi già in concorso al Lido, torna alla sua Napoli il bravo Vincenzo Marra, che ambienta il suo Il gemello nel carcere di Secondigliano, utilizzando come protagonisti due veri detenuti e una vera guardia carceraria. Il film è in concorso alle “Giornate degli Autori”.
Infine, nella sezione “Orizzonti” compare L’intervallo del documentarista ischitano Leonardo di Costanzo, qui alla prese con un lavoro di fiction: protagonisti due ragazzi dei Quartieri Spagnoli, Francesca Riso e Alessio Gallo, due non-attori che interpretano rispettivamente il ruolo di una ragazzina che, per aver fatto uno “sgarro” ad un boss, viene punita con la reclusione in un palazzo abbandonato, e del suo “riluttante” carceriere.
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