“Un consiglio a Dio”, ritorno al lungometraggio del regista partenopeo Sandro Dionisio (foto in alto), nove anni dopo “La volpe a tre zampe” (e l’ingrato destino della sua mancata distribuzione nelle sale, contro cui l’autore ancora combatte, alimentando sul web una battaglia “culturale” per mostrarlo nei cinema), è l’unico film italiano in concorso alla 48a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, che si terrà dal 25 giugno al 2 luglio 2012.
Attivo come cineasta dalla fine degli anni ’80, dopo il diploma in regia al Centro Sperimentale di Cinematografia al seguito di maestri assoluti della settima arte come Giuseppe De Santis e dopo una parentesi musicale come “frontman” del gruppo pop-progressive “Panoramics” (in aria di culto per un nutrito numero di seguaci), Dionisio vanta un apprendistato cinematografico di tutto rispetto (Rosi, Amelio, il Mario Martone di quasi tutti i film degli anni ’90) e lavori brevi di indubbia suggestione e solidità di poetica, presentati nei migliori festival internazionali (“Il mare di sotto”, “Compleanno”, “Solo agli occhi”, “Una città fatta di sguardi”) ma, della generazione dei vari Martone, Capuano, Corsicato, De Lillo, Incerti, ecc. è il cineasta più colpevolmente sottovalutato da certa miope critica nostrana oltre che penalizzato da certe perverse dinamiche produttive nazionali che, anziché tutelare il talento dei migliori autori per immagini, finiscono per svilirlo.
Ma Dionisio è artista totale che, noncurante delle meschinità che affliggono la cinematografia nazionale, agisce per necessità di espressione: il suo nuovo lavoro è frutto di questa impostazione di pensiero. Tratto da un monologo teatrale di Davide Morganti, “Il Trovacadaveri”, e interpretato da uno dei migliori attori della nuova generazione, quel Vinicio Marchioni (foto piccola) ammirato nella serie di “Romanzo Criminale” (ma anche in “Venti sigarette”, “Scialla”, “Cavalli”), “Un consiglio a Dio” trailer (prodotto dallo stesso Dionisio per la sua C.ET.R.A. insieme a Gianluca Arcopinto) è il racconto poetico e surreale di un uomo che, su una spiaggia senza nome, in mezzo ai rifiuti di ogni genere della società dei consumi, recupera i corpi senza vita dei migranti che muoiono nel disperato tentativo di approdare in Italia, o qualsiasi altro paese che li sottragga al destino di miseria e morte dei martoriati paesi natii; Marchioni interpreta il monologo del testo di Morganti (inframmezzato da interviste a veri extracomunitari più o meno integratisi in Italia) che, nella rivisitazione di Dionisio, diventa il tramite per un’elegia sulla fragilità della condizione umana in generale, davanti alla quale la presenza di Dio diventa sempre più labile; un esperimento di cinema “crossover” (come dichiara lo stesso regista), «lavoro d’intersezione tra cinema, teatro e documentario».
Il film verrà proiettato a Pesaro venerdì 29 giugno alle ore 16,45, alla presenza del regista, di Vinicio Marchioni, di Gianluca Arcopinto, e del montatore Giacomo Fabbrocino, tra i fondatori della scuola di cinema napoletana “Pigrecoemme”.
Photo©Michela Iaccarino
