Prende il via stasera con l’esibizione di Noa al San Carlo (“Noapolis – Noa sings Napoli”) la V edizione del Napoli Teatro Festival Italia, diretto da Luca De Fusco. La presenza della nota cantante israeliana fa da prologo al “focus” dedicato alla danza israeliana, in particolare alla Vertigo Dance Company di Gerusalemme, “ensemble” fondato nel 1992 da Noa Wertheim e Adi Sha’al, che si esibirà in due notevoli spettacoli già portati in giro per il mondo, “The Birth of a Phoenix” (21-23 giugno, Parco Pausilypon), costruzione coreutico-scenografica incentrata sul rapporto uomo-ambiente (la cupola di bambù che sovrasta lo spazio performativo simboleggia le forme dell’universo e la loro armonia: foto) ed il sensuale “Null” (Teatro San Ferdinando, 19-20 giugno), concentrato sulla spiritualità dell’atmosfera. In scena anche le compagnie Kibbutz Contemporary Dance Company e Dafi Dance Group.
Oltre ai citati “giganti” Peter Brook e Bob Wilson, tante altre le frecce all’arco del cartellone festivaliero: a partire dall’altro “focus” sulla nuova scena argentina, nella persona del regista e attore Claudio Tolcachir (classe 1977), astro nascente del teatro nazionale, fautore di una drammaturgia che scandaglia le nuove forme di alienazione metropolitana, di incomunicabilità interpersonale, di difficoltà di relazione nella società argentina (ma il discorso è universale), nelle forme di un grottesco tragicomico che rielabora generi diversi come la telenovela o il cinema à la Almodovar: inediti in Italia, vedremo a Napoli (Teatro Mercadante, 15-17 giugno) “La omisión de la familia Coleman”, “Tercer Cuerpo” e “El vento en un violín”.
Per la sezione sulla nuova drammaturgia, invece, protagonisti sono due importanti autori della scena europea contemporanea, il napoletano Davide Iodice e lo scozzese Matthew Lenton; il primo metterà in scena (Teatro San Ferdinando, 8-10 giugno), a partire dal laboratorio condotto proprio per conto del Teatro Festival, “Un giorno tutto questo sarà tuo”, pièce che elabora un drammatico confronto generazionale sul futuro del pianeta, su quale mondo i padri lasceranno in eredità ai figli; il secondo, invece, porterà a Napoli uno dei piatti forti del festival, “Wonderland” (Teatro Sannazzaro, 22-24 giugno), sorta di rilettura a forti tinte della traccia romanzesca di Carroll, in cui la riflessione sulle fantasie sessuali diventa il pretesto per un’analisi della dipendenza, della solitudine e della diffusione della pornografia nella cultura popolare (il lavoro, ovviamente, non è adatto ai minorenni!).
Un ruolo chiave nello svolgimento del festival sarà svolto, oltre che dalle storiche strutture stabili, dalle location naturali, sulle quali primeggia l’arena del Parco Archeologico Pausilypon (dal greco “sollievo dalle sofferenze”: foto), l’area greco-romana che si inerpica sul promontorio dei Trentaremi, incastonata tra il mare (Baia della Gaiola), il Vesuvio e Nisida, incorniciando un colpo d’occhio mozzafiato: oltre allo spettacolo di danza israeliana, verrà rappresentato nell’arena (una cornice ideale!) – tra gli altri spettacoli – “Il Vantone” (regia di Arturo Cirillo, 17-18 giugno), dalla traduzione che Pier Paolo Pasolini ricavò dal “Miles Gloriosus” di Plauto.
Per tutte le info (biglietti, abbonamenti, altri spettacoli): www.napoliteatrofestival.it