E’ successo oggi 20 giugno, poco prima delle 13.30, all’Università Parthenope, nella sede del Centro Direzionale. Una ragazza di 28 anni originaria di Caserta è stata ritrovata senza vita nei bagni al quinto piano del lato nord dell’edificio da una tesista e da una professoressa.
La dinamica del suicido (al momento indubbio) appare sulle prime questa: la studentessa avrebbe rotto lo specchio del bagno, con i frammenti del quale si sarebbe procurata dei tagli profondi, tali da portarla al dissanguamento in breve tempo, ragione per la quale è morta. Tuttavia ha prima tentato di impiccarsi con il cavo dell’asciugamani elettrico a muro, posto piuttosto in basso secondo norma, che pare non abbia retto, lasciando così la ragazza esangue quasi sul pavimento. Può darsi abbia fatto questo tentativo piuttosto per restare in una posizione verticale e velocizzare il dissanguamento, ma sono solo supposizioni.
Un’ambulanza e le forze dell’ordine sono immediatamente accorse sul posto e i rilievi sono durati fino alle 16.30 circa, è servito del tempo a polizia e carabinieri per sentire a sommaria informazione la tesista e la professoressa che erano ovviamente sconvolte. Il magistrato competente ha comunque disposto l’ispezione esterna del corpo.
Si evince che la ragazza avesse familiarità con l’edificio dal fatto che i bagni in questione fossero quelli destinati ai professori (il piano ospita solo laboratori di ricerca della Facoltà di Scienze e Tecnologia o studi dei docenti: gli studenti vi accedono solo in fase di esame o colloquio con i professori) e pare fosse, sì, studentessa della facoltà di Scienze Motorie dell’Università Parthenope ma questa non ha dipartimenti nella sede in questione, che accoglie invece le facoltà di Ingegneria e di Scienze e Teconologia.
Ancora si ignorano le ragioni di tanta ostinazione in un gesto effettivamente tuttora inspiegabile, tra le tante ipotesi emerse dalle prime indiscrezioni (depressione, delusione sentimentale) pare siano da escludere cause dovute allo studio.