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Tokyo Londra Scalea: il nuovo dirompente disco di Tony Tammaro

Tammaro1Uscito in concomitanza con il Napoli Comicon 2015, il nuovo disco di Tony Tammaro, Tokyo Londra Scalea, non delude assolutamente le aspettative. Si tratta, anzi, di undici tracce che entrano nelle orecchie di chi ascolta sin dal primo momento e che sembrano diventare dei veri e propri classici (o delle hit) dell’autore.

Di Tony Tammaro abbiamo parlato già più volte, notando come ci sia molta cultura dietro la figura del “tamarro” (figura comunque che viene dalla grande tradizione della macchietta e dalla post-macchietta): un cultura che è sia musicale, che teatrale, ma soprattutto sociologica, linguistica e antropologica, propria di chi è un grande osservatore della realtà.

E sia parta, nel recensire questo Tokyo Londra Scalea, proprio dal concetto della realtà che ci circonda e che Tammaro osserva con grande acume. Il disco parte subito alla grandissima con due pezzi travolgenti (Equitalia e Amico con un ritornello che più vero e ironico non si può).

In questi due brani di apertura entra in gioco un elemento che più raramente abbiamo trovato nella precedente produzione di Tammaro, almeno in modo così esplicito. Vi è grande ironia, il sorriso non si lascia attendere, ma allo stesso tempo vi è un cinismo e un disincanto che, sotto la scorsa della risata, nascondono una realtà oscura, cattiva. Se Tammaro è osservatore della realtà, non sorprende questa ironica negatività, perché, in fondo, è la realtà stessa che è diventata più “brutta, sporca e cattiva” per citare un grande film: così, dietro le note dance, si nasconde il dramma di Equitalia, oppure si può scoprire che un amico “è comme ’o mare che con un onda ti arravoglia e poi scompare”, probabilmente con i soldi che vi deve.

I tempi cambiamo e Tammaro è allo stesso tempo fedele a se stesso e in perenne evoluzione appunto perché osserva e si basa sul mondo che lo circonda.

Interessante l’uso della lingua che l’autore fa nel Fruttajuolo così come si nota la sua cultura musicale, troppe volte sottovalutata, in Me piace ’o mare, sublime parodia a un certo “peppinodicaprismo” di altri tempi, di musica da piano bar, molto melodica, reinventata in ottica tamarra, divertente ed elegante.

Il disco si sviluppa seguendo diversi stili, toccando temi cari al cantante. Il cibo che è parte centrale della vita, soprattutto del napoletano, è al centro di Fornacella, ’A Birr e Un peperone dentro l’anima, creando “bozzetti” e situazioni realistici quotidiani di grande efficacia e grande divertimento.

La scatenata Talent Show e L’uomo vintage forniscono ritratti antropologici di tipi umani contemporanei, così come Nannina, ballata a parte, uno dei pezzi più belli dell’album, che si sofferma sulla “nuova tipologia” di donne che guidano “il pulmanino”. Ecco che con Nannina Tammaro realizza un vero e proprio scorcio, uno spaccato non realistico, ma ultrarealistico che in quanto tale raggiunge una carica espressiva dirompente.

Chiude questo grande Tokyo Londra Scalea, il brano in italiano e inglese I sing for money, una canzone che è quasi un rovesciamento di quelle modalità linguistiche presenti in un brano storico come Il trerrote. Si tratta di un brano elegante, di sapore internazionale, così come internazionale è la sua costruzione. Un Rat Pack “tammariano” e non tamarro.

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