Una mostra davvero interessante è quella che si presenta al MeMus – Museo Archivio Storico del Teatro di San Carlo. Con questo Verdi al San Carlo inaugurato il 10 dicembre scorso, il teatro lirico più antico del mondo, e una città come Napoli che è stata, a tutti gli effetti, capitale musicale europea per secoli, celebrano in modo davvero degno il genio verdiano.
Come si può leggere nella brochure di sala, l’Archivio Storico del San Carlo conserva un fondo di bozzetti e figurini degli allestimenti di alcune delle più famose opere di Verdi presentate al Massimo napoletano.
Parte del leone, nell’esposizione, la riveste l’Aida, con una storica edizione del 1944 firmata da Cesare Maria Cristini come scenografo e costumista, sino alla recentissima che ha inaugurato l’ultima stagione lirica per la regia di Franco Dragone, grande esperienza ai vertici del Cirque du Soleil, le scene di Benito Leonori e il costumi di Giusi Giustino.
Si possono così passare in rassegna e ammirare i bozzetti, vere e proprie opere d’arte, di grandi classici come Il Trovatore (1954, 1968, 1981), Rigoletto (1955 e 1983), Luisa Miller (1963 e 2001), un Macbeth (1984) con le scenografie di un maestro come Giacomo Manzù, La traviata (2012) di Ferzan Ozpetek e le scene del premio Oscar Dante Ferretti, solo per citare alcuni dei lavori verdiani presentati.
La mostra si dimostra di grande valore perché, sui due piani del piccolo ma curatissimo spazio del MeMus, può essere letta e gustata come un grande omaggio per Verdi al San Carlo, ma anche come un percorso della scenografia operistica. Se il Rigoletto del 1955 firmato da Camillo Parravicini è legato alla tradizione scenotecnica italiana, ad esempio, Veniero Colasanti e John Moore, undici anni dopo, realizzano una Traviata ispirata alla cultura pittorica francese del XIX secolo.
Il MeMus è una realtà intrigante, doverosa quasi, data l’importanza storica del San Carlo e Verdi al San Carlo è, quindi, un intrigante progetto espositivo che dà ossigeno a una città come Napoli che, purtroppo, nel corso degli anni sta diventando sempre più parca di mostre di un certo livello.
Unico neo: la mancanza di un catalogo almeno alla data di visita della msotra.
Verdi al San Carlo
a cura di Vincenzo De Vivo, Laura Valente, Giusi Giustino, Nicola Rubertelli
Memus – Museo e Archivio Storico del Teatro di San Carlo
[Foto: Repubblica – Napoli]