Ho l’arpa al collo, son viggianese, tutta la terra è il mio paese. Come la rondine che lascia il nido passo cantando di lido in lido: e finchè in seno mi batte il cor, dirò canzoni d’armi e d’amor…
Da mercoledì 1 a domenica 5 Agosto a Viggiano (PZ) si celebra un simbolo e uno strumento di delicata e forte significato musicale: la Rassegna dell’Arpa Viggianese ci presenta la capacità trasversale della musicalità di questo strumento di narrare le altissime tensioni orchestrali e le intime insenature individuali. Nonché la tradizione popolare, da sempre.
Viggiano, nella Val d’Agri, è per antonomasia la città dell’arpa e si apre anche quest’anno per la V edizione ad una serie di concerti, workshop, performance, seminari. Questa edizione in particolare si focalizza sulla tradizione popolare del sud mostrandoci, o meglio, svelandoci una natura inconsueta di questo strumento indagandone l’utilizzo nella tradizione folk di una terra calda e mistica, di cui Napoli è sempre stata capitale, simbolo e punto di riferimento.
Già dal XVIII secolo Viggiano si identificava con gli arpisti, negli anni la tradizione dell’arpa è diventata nota di carattere: nel presepe settecentesco napoletano, ad esempio, come quelli custoditi anche al museo di San Martino, i pastori “musicisti” imbracciano piccole arpe. Una tradizione che è cresciuta e ha fatto di Viggiano un paese della musica, meta di molti musicisti.
Il programma della Rassegna dell’Arpa Viggianese di quest’anno è davvero intrigante: l’evento diretto da Vincenzo Zitello e organizzato dall’assessorato al Turismo e Spettacolo del Comune di Viggiano, accoglie, sulla scia di quella tradizione viscerale di cui sopra, le esibizioni di Peppe Barra, Riccardo Tesi, Teresa De Sio e Hulan. Ma non solo: la giusta miscela di musica “alta”, folklore, e tradizione ci proietterà in una dimensione in grado di accogliere un passato come una reminiscenza e il presente come una sua naturale evoluzione. Ecco allora i gruppi folcloristici della Basilicata come Lu Chiccirichi, Laetimusici, Amarimai e Cecilia Chailly, il paraguayano Lincoln Almada, Davide Burani e il francese Dominig Bouchaud e ancora le esibizioni degli allievi dell’Orchestra da Camera e della Scuola di Arpa Popolare di Viggiano che rappresentano il fulcro di tutto l’evento. Da anni, infatti, si tengono corsi rivolti ai giovani musicisti, diretti da Anna Pasetti, Daniela Ippolito e lo stesso Almada, che suggellano quel legame ancora intatto con la propria storia.
Vi lasciamo il consiglio di un allora giovane poeta italiano, un certo Giovanni Pascoli, che in una lettera ad un collega, un tale Giosuè Carducci, così parlava di Viggiano: “il paese non è grande ma nemmeno piccolo, l’aria ottima, pittoreschi i dintorni, le rovine di Grumento a pochi passi… arpeggiamenti per tutto che fanno di Viggiano l’Antissa della Lucania.”