Tommy Riccio – Aggi’ bisogn’ e me fa l’amante ovvero il monumento di una crisi.
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Arrivare ai cinquant’anni significa dovere fare un bilancio della propria vita, bilancio spesso impietoso come per il protagonista della canzone del sublime Tommy Riccio: una moglie oramai appassita e decisamente sovrappeso, un figlio stordito costantemente dai modelli televisivi e videogame, la routine quotidiana portano Tommy a voler evadere.
La speranza di una nuova vita, addirittura vagheggiando eremitaggi in luoghi remoti, tutto pur di riconquistare un pò di pace compromessa in maniera irreversibile da quella che non mancherei di definire vera e propria trappola familiare.
Dopo appena una settimana, un santo a cui Tommy è devoto, ascolta le sue preghiere e gli consente di conoscere una brasiliana. Una breve digressione sulla praticissima religiosità del meridione italiano merita di essere compiuta: la meccanica è semplice, dall’inferno di una famiglia infelice, metafisiche speranze si rivelano risolutrici, da qui l’incontro con un’avvenente brasiliana che consente addirittura a Tommy di riassaporare la gioventù, una gioventù fatta di amori senza troppe preoccupazioni e totalmente spensierati.
La chiave interpretativa della canzone è la frase forse se viv’ nu poc’ megli’, densa di speranze per il futuro, un futuro che sembra orami sempre più incerto e compromesso da un presente devastante.
L’alternativa potrebbe essere morire mediante il suicidio, ipotesi paventata da Tommy più che per convinzione, per l’impatto scenico che la mimica rappresentante il cappio al collo finisce per garantire.