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Marco Calone e Raffaello Junior e Luigi Ivone – S’addà Parià: ovvero il tentativo di distogliere lo sguardo.

S’adda parià ovvero il tentativo di distogliere lo sguardo.

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Un trio di giovani promesse della canzone napoletana inneggia al divertimento sfrenato, senza limiti, ad un vero e proprio piacere per il piacere in una dimensione edonistica fatta di istanti brevi e fugacissimi. Una esaltazione della brevità della vita attraverso una godereccia visione delle cose e dei sentimenti.

Il divertissement come unico fine della vita, una vita a cui fa da sfondo l’orrore di Scampia o meglio delle sue macerie. D’altra parte l’etimologia della parola divertire è quanto mai eloquente, divertere in latino infatti significa: volgere altrove, deviare. Deviare lo sguardo dalla problematicità dell’esistenza, soprattutto quando, come Calone dice: “l’amore dona speranza ma finisce solo per farci soffrire“.  Da qui conflitto metafisico eterno che percorre la storia dell’occidente, sete di trascendenza che vede nell’altro una via, e dolore per la difficoltà di relazione con l’altro stesso.

Le prospettive di trascendenza che l’amore promette finiscono per essere tradite immancabilmente. Interessante anche qui l’assenza di prospettiva religiosa che rende sempre più evidente una vera e proria agonia del sacro.

Blaise Pascal non smette mai di ricordarci che “Gli uomini, non avendo potuto guarire la morte, la miseria, l’ignoranza, hanno deciso di non pensarci per rendersi felici.
 Ovvero continuano solo ad ingannare loro stessi.

Mala-Napoli

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