Peppe Lanzetta ritorna scrittore con un romanzo sulla vita di oggi nelle periferie napoletane.
Peppe Lanzetta ritorna sulle scene letterarie con un nuovo libro dal titolo Sognando l’Avana (Edizioni Cento Autori, pp. 176, € 15), un testo che parla di sogni, desideri, aspirazioni e senso di libertà, tutte cose che fanno parte di noi e del nostro quotidiano; la voglia che abbiamo di fuggire da un Paese in cui non ci riconosciamo più e che non ci offre alcun futuro perché esso ci è stato strappato via.
Tutto questo lo leggiamo attraverso le vicende di due famiglie, i Forte e i Capece, che vivono nello stesso caseggiato di un povero quartiere di Napoli.
I problemi sono quelli di oggi, la disoccupazione, la difficoltà ad arrivare a fine mese, i figli che non dialogano con i padri e i padri stessi che non parlano chiaro ai propri familiari.
Il tutto è accompagnato da un linguaggio scorrevole e dialettale tipicamente napoletano, ma leggibile da chiunque. La forte presenza di dialoghi diretti fa si che il testo somigli quasi a una messa in scena teatrale.
L’attualità si evince poi dal riferimento ai fatti di cronaca avvenuti lo scorso anno che procedono in concomitanza con le vicende dei personaggi e i loro problemi. Figure fragili e incomprese che non comunicano fra di loro e, nel frattempo, subiscono la caduta di un governo e le dimissioni di un Papa, sentendosi sempre più soli in un mondo che non gli appartiene.
Così, quelli che sono ancora capaci di sognare aspirano a scappare a Cuba, in un posto caldo, come fanno le rondini in autunno, dove il sole non è soltanto questione di clima, ma di vita.
La storia delle due famiglie è talmente avvincente e struggente da non avere punti morti e scorre veloce come se tutto si stesse verificando davanti ai nostri occhi.
Dopo un po’ non si può fare a meno di emozionarsi di fronte agli accadimenti di questa storia alla quale non possiamo che sentirci vicini.
