Ieri presso la libreria “Marotta a Cafiero” al Teatro Bellini è stato presentato il libro di Carmine Spera e Tonino Scala È sempre la stessa storia (Il Quaderno edizioni) ed è un libro che nasce dall’esigenza di raccontare in un modo nuovo la nostra città.
Il libro, infatti parla di due ragazzi che sono al loro primo furto. Ma la vicenda è raccontata in maniera particolare perché il “fatto” è narrato nel primo capitolo. Nei capitoli successivi c’è la storia inquadrata da più punti di vista dai protagonisti del primo racconto. La storia è ambientata nella bella Napoli con due ragazzi che sono cresciuti a via Bakù. Ma sognano sesso e divertimento nella riviera romagnola fra Rimini e Riccione.
E’ un libro rivolto a più pubblici perché ci parla con grande ironia di ciò che accade realmente a Napoli. Racconta, in effetti la stessa storia, che va avanti sempre con personaggi diversi in epoche diverse. Il titolo quindi non è solo un modo per spiegare al lettore l’espediente narrativo del racconto da più angolature, ma è un modo di riflettere sulle storie di microcriminalità che vanno avanti da troppi anni. L’intento degli autori non è quello di mettersi su un piedistallo, ma di raccontare la storia mettendosi dall’ottica delle persone che commettono il furto senza emettere, in nessun modo, giudizi.
Durante la presentazione ci si è richiamati più volte a Peppe Lanzetta, uno dei fenomeni culturali e letterari più interessanti della Napoli degli anni 2000 che spesso ha raccontato il disagio sociale dei giovani delle periferie napoletane. Lanzetta è stato il primo a mettere le mani nella melma di un hinterland che cresceva sempre di più. Ci ha fatto riflettere su come Napoli era una periferia del mondo. Oggi invece, complice la crisi, il mondo si è molto uniformato a Napoli. “Napoli siamo noi” scriveva qualche anno fa Giorgio Bocca, del resto.
Oggi c’è stata una globalizzazione deleteria. Non la globalizzazione dei diritti e dei saperi, ma il peggio è diventato protagonista. Lanzetta , è stato, in qualche modo, un pioniere ed ha ispirato autori come Carmine Spera e Tonino Scala, ha raccontato il mondo degli ultimi e di coloro che si trovano a vivere una situazione di marginalità aprendo, così, un solco nella letteratura italiana ed europea facendo nascere tantissimi scrittori. Prima di lui (va detto) c’era Patroni Griffi. Ma eravamo negli anni Settanta e Napoli era vista solo ed esclusivamente come quella del sole, del mare, della pistola , del mandolino.. e della pistola nel piatto di spaghetti. Oggi fortunatamente, anche grazie ad autori come Lanzetta o a libri come È sempre la stessa storia non è più così.