di Bernardino Di Palo
Quando ho deciso di prendere parte al Teladoioleuropa Tour di Beppe Grillo, al Palapartenope, così a ridosso delle elezioni europee, non sapevo a cosa sarei andato incontro: se ad uno spettacolo teatrale satirico oppure ad un vero e proprio comizio elettorale. La curiosità era assoluta.
A fornire la risposta ci pensa Grillo in persona, dal palco, che definisce la sua performance come un “comizio a pagamento”. L’Europa del titolo è poco più di un pretesto: i temi sono quelli classici del M5S, e buona parte dl monologo è stato presentato in tv su La7 nella scorsa intervista di 10 giorni fa: la loro onestà – l’onestà della gente normale, il Papa è del movimento, Gargamella non voleva fare l’accordo, lo psiconano e la legge elettorale, il reddito di cittadinanza, l’energia etc.
Di Europa si parla giusto per lanciare il televoto per scegliere i candidati del M5S, nonché per ribadire la necessità di un referendum sull’euro. E su questo, Grillo cade in errore, confondendo il meccanismo di uscita di una nazione dall’Euro, la cui complessa procedura è stata prevista dal Trattato di Lisbona e che è di competenza del Parlamento nazionale (e quindi non con una consultazione diretta dei cittadini), con un referendum in materia di politica economica e monetaria che è vietato dalla vigente Costituzione. Un po’ come quando Silvio Berlusconi sostiene di essere eletto premier direttamente dai cittadini, non distinguendo tra repubblica presidenziale e repubblica parlamentare.
Tornando allo show, di gran lunga più breve del previsto (90 minuti circa su 130/150), esso è divisibile in due blocchi. Il primo, con un Grillo in grande forma, satirico e pungente, che strappa grosse risate alla sala gremita da un popolo in festa davanti al proprio leader. Il secondo blocco, invece, meno ironico e più cupo, basato sul problema della gestione dei dati, sulle influenze delle nuove tecnologie e per concludere con una pseudopubblicità ad ebook reader ed alla app che dovrebbe rivoluzionare i trasporti sostituendosi ai taxi (mi piacerebbe capire perché tutti ce l’hanno con i tassisti, quasi inizio a credere che siano davvero tra i poteri forti). Un saluto al pubblico, si dice pronto a rispondere alle domande del pubblico, ma di fatto lascia il palco tra la folla che lo circonda pochissimo dopo.
Non si può non ritenere che Grillo sia tra i massimi comunicatori nostrani, al pari di Berlusconi, e non si deve dimenticare che nella costruzione dello spettacolo avrà sicuramente inciso l’apporto di Casaleggio e della sua multimedialità.
All’uscita dal palazzetto, la folla era visibilmente emozionata e sorridente, senza dubbio stanca della cattiva gestione di questo Paese, e che vede nel comico genovese l’ultima speranza per una ventata d’aria fresca nella politica italiana, ormai in stato di decomposizione. Le istanze delle persone comuni sono chiare e giustissime e condivise. Ma il dubbio che Grillo ed il M5S possano rappresentarne la risposta, permane. Anzi, dopo lo show è aumentato.