ANAPOLOGISMI è un progetto di Effetto Napoli , nato nel 2013, ideato e curato da Massimiliano MARIANO e Michela IACCARINO, un laboratorio multi artistico itinerante sulla napoletanità; si è partiti, il novembre scorso, con il tema della MORTE, ripercorrendo a ritroso le tappe della vita, dell’esistenza, intingendole in quel folklore partenopeo, ricco di colore, creatività ed espressività artistica.
Questa prima intervista sugli artisti di Anapologismi non vuol essere una presuntuosa auto celebrazione, né da parte della redazione né da parte dei curatori dell’evento, ma un simpatico approfondimento, uno spin off, che possa dar voce e luce alle opere ed alle personalità dei creativi che sono stati i veri protagonisti del laboratorio multi artistico, quindi era doveroso conoscerli meglio dandogli uno spazio di rilievo.
Il primo “ terzo grado” , riguarda Luigi DRAGONE e la sua inseparabile cagnetta, Bianca; artigiano, scultore, pittore e performer teatrale amatoriale. Più che della voce, di Luigi, parlano gli occhi, ed il suo vissuto, che s’intuisce, non sempre facile. La nostra chiacchierata pomeridiana, tra riflessioni sull’arte, risate e lunghi silenzi, è riportata qui di seguito… Buona lettura!
EFFETTO NAPOLI (EN): Iniziamo! Parlami un po’ di te, dei tuoi primi passi e della tua formazione artistica.
LUIGI DRAGONE (LD): Allora, i miei primi passi li ho fatti da piccolo (sorride), nel senso che già da bambino, costruivo capanne sugli alberi, mi piaceva disegnare, mi piaceva la manualità, ero affascinato da tutto ciò che era artigianale e creativo. Da questi primi segnali, già capivo che il mio futuro, il mio lavoro sarebbe stato in un campo in cui la manualità era fondamentale. Il mio percorso artistico, però è stato abbastanza lento, ho conosciuto molte persone che mi hanno trasmesso nozioni, tecniche, anche sull’uso dei materiali, come l’argilla, il legno, la carta e piano piano la mia timidezza diminuiva e la mia passione per l’arte e la manualità crescevano. Dopo varie sperimentazioni, poi, mi sono fermato all’argilla, perché la sentivo più mia, il rapporto con qualcosa di naturale e materiale, che può essere trasformato da te! Ho iniziato con delle sculture che rappresentavano in un certo senso, i volti più particolari, che mi trovavo ad osservare in giro per Napoli. Ma mi accorgevo che i volti diventavano sempre più grotteschi, come molte delle situazioni di questa città, che mi trovavo a vivere.
EN: Quando crei, cerchi di partire da un messaggio critico, da una particolare idea, oppure la tua vena artistica è più libera ed anarchica ?
LD: Libera, libera, libera… Quello che creo, viene dallo stomaco e dalle riflessioni che ne seguono. Le forme vengono fuori da sole, buone o cattive che siano, poi io spero che possano colpire o far riflettere qualcuno, ma sono le emozioni forti a dar vita alla materia.
EN: Cosa ne pensi della scena artistica napoletana? Hai dei consigli, delle critiche da fare a riguardo?
LD : A parte il discorso sulle istituzioni del territorio, che non aiutano, ciò che sconforta è anche la mancanza di un senso di comunità artistica, dove si crea tutti insieme, confrontandosi, in maniera spensierata però. Un punto di riferimento anche per i giovani artisti, un centro di formazione, ci vorrebbero dei segnali più forti a riguardo. E’ davvero sconfortante vedere buttato così tutto questo potenziale. Napoli è una città piena di arte! Cà, facimm’ art’ tutt’ è juorne! (ride). Facciamo arte e non ce ne accorgiamo!
EN: Cosa ne pensi di Anapologismi? Parlaci della tua esperienza con l’evento.
LD: Di momenti come Anapologismi ce ne dovrebbero essere di più a Napoli, sono stato davvero bene! Mi sono divertito e spero di aver offerto un buon contributo. Il discorso che ci dovrebbero essere più aiuti istituzionali a questo tipo di iniziative.
EN: Come vedi il futuro dell’arte, in quest’epoca di crisi economica e di frenesìa tecnologica ?
LD: La tecnologia può aiutare l’arte, soprattutto per la sua diffusione. Il discorso di base, però, non cambia, chi appartiene all’underground, rimane confinato nell’underground. Perché i mezzi costano. Vedi, io uso la rete per promuovere la mia arte, ma uso ancora le mani e l’argilla! Preferisco rimanere nel mio corpo.
EN : Vuoi aggiungere qualcosa?
LD: Mi piacerebbe stare bene con gli altri, in tranquillità, sarà banale ma è così.
Un ringraziamento speciale a Silvia Del Zingaro.
Photo©Michela Iaccarino; foto cover: Andrea Borgia