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Arte, Cultura

STORIE di fotografia di architettura

STORIE di fotografia di architettura è il titolo della Mostra frutto di 38 opere che costituiscono 5 racconti,  maturate durante il corso promosso dall’ANIAI Campania e tenuto  da Federica Cerami, Maurizio Esposito, Mario Ferrara.

Inaugurata il 31 Marzo 2014 nell’ambulacro della Biblioteca della sede della Facoltà di Archtettura di Palazzo Gravina la mostra degli Architetti che hanno frequentato il corso di Fotografia di Architettura tenutosi lo scorso anno nella sede Napoletana della Associazione Aniai.

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Parlare di fotografia di architetture è sempre difficile, vedere corsi di fotografia di architettura ancora di più scovare una mostra in cui, oggi a Napoli, ci siano solo fotografie di architettura è un’utopia.

Le condizioni economiche in cui versa il mercato, non solo dell’arte, rende complicatissimo se non impossibile esporre opere di autori che non siano già noti alle grandi scene o ai Galleristi. Galleristi che dal loro canto, hanno smesso di essere mecenati per abbracciare solo il loro lato di mercanti. Non è solo una critica, non sarebbe corretto, anche i Galleristi vivono la stessa condizione critica di tutto il mercato; ma è un grido di aiuto lanciato a chi fino ad oggi ha creduto che i tagli nel settore della cultura e dell’istruzione, fossero l’unico modo per risollevare parte di quei conti in dissesto.

Perdonate lo sproloquio ma è impossibile non farlo,  soprattutto quando si riesce a vedere che a volte con pochi fondi e tanta abnegazione e disponibilità le cose possono concretizzarsi lo stesso. Federica Cerami con l’ANIAI e la collaborazione di Mario Ferrara e Maurizio Esposito, ci sono riusciti.

E’ soprattutto questo il successo di questa esposizione. Aver avuto modo di “ESSERE” grazie alla volontà di raccontare un percorso di chi interroga gli spazi e cerca di raccontare storie passate, presenti e future.

5 gli autori che sono ancora in mostra a Palazzo Gravina è li resteranno fino al prossimo 14 Aprile.

5 storie completamente diverse, indagano spazi spesso oggetto del nostro sguardo ma mai visti veramente. Luoghi chiusi, Musei, strade, mura in 38 scatti.

Visioni forti e all’unisono colme di speranza, come nelle immagini di Valeria Pagnini.

La luce che disegna gli spazi e da vita alle forme negli scatti di Paolo D’Angelo.

I murales, che lasciano trapelare un immenso bisogno di vivere la città, in dittici con le facciate di botteghe; la frontalità, la facciata altro non sono che il ritratto, a volte la rappresentazione antropomorfa dell’architettura. Questo nei dittici di Giuseppe Crescitelli.

Dignità estetica nei muri anonimi di Francesco Noviello nel suo “DECUMANUS MAJOR”.

La tortuosa muraglia disegnata dalla luce di Paolo Cirelli, un luogo lontano visto e raccontato, come nei massi sculture naturali lasciate a disegnare la terra.

Tutti sono stati li fermi ad aspettare ed ascoltare lo spazio e le voci. Hanno indagato la materia e la luce per raccontarci le storie che hanno udito e visto.

Ora tocca a noi ed a voi di vedere ciò che loro hanno visto ed udito. 5 Storie in un solo luogo, Palazzo Gravina.

Ecco alcuni scatti realizzati durante l’inaugurazione:
Foto – Pasquale Sanseverino

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