Partiamo dai punti di forza: la biografia del grande Massimo Troisi scritta dalla sorella Rosaria in collaborazione con Lilly Ippoliti (autrice di Dialoghi in controluce, il toccante racconto in appendice al volume) e pubblicata dalle romane edizioni Iacobelli, si presenta in una elegante confezione di grande formato ricca di immagini provenienti dall’archivio privato dell’autrice, molte delle quali inedite (sebbene alcune siano francamente di dimensioni di stampa alquanto ridotte), impreziosita da un portfolio di dieci tavole disegnate, in cui Rancho, una delle migliori matite del fumetto italiano, rilegge il “suo” Troisi; l’autrice narra la troppo breve parabola umana ed artistica dell’illustre fratello (scomparso nel 1994, a soli 41 anni), tra i più grandi attori comici teatrali e cinematografici italiani di sempre, con piglio sincero e accorato, con stile semplice e genuino, ripercorrendo con la memoria il proprio rapporto con Troisi, mettendo in luce l’influenza del contesto familiare (in particolare della madre, Elena Andinolfi, legatissima al figlio, e viceversa) sulla scoperta della vocazione teatrale dell’attore (ne emerge anche un panorama sui generis della vita nella provincia napoletana degli anni ’60-’70), in generale facendo emergere particolari biografici inediti o finora poco citati (come l’«affettuosa amicizia» che legò Troisi ad Anna Moretti, conosciuta in America ai tempi dell’intervento al cuore a Houston, e che finirà anch’ella prematuramente i suoi giorni).
La narrazione è percorsa da un’irresistibile nostalgia e da un dolore trattenuto, e si comprende che Rosaria Troisi (lo sottolinea lei stessa) abbia finalmente superato – nella scrittura – il “blocco” che le aveva impedito sinora di “raccontare” la vita di Massimo (sebbene qualche anno fa avesse dato alle stampe un altro volume, molto più frammentario e meno organico del nuovo lavoro, Come un cesto di viole, scritto a quattro mani con Paola Amadesi).
Veniamo ai punti deboli: appare superfluo sostenere che nessuno può negare alla Troisi il diritto di narrare la vita del fratello come meglio crede, attingendo a tutto il repertorio di «ricordanze» familiari e ai materiali del suo archivio privato; tuttavia, appare discutibile la circostanza che, nel ripercorrere gli inizi teatrali di Troisi presso il Centro Teatro Spazio di San Giorgio a Cremano, agli inizi degli anni ’70, non venga nemmeno menzionato il nome di colui che ne fu il principale ispiratore, Renato Barbieri, recentemente scomparso, una vita intera dedicata al teatro della tradizione napoletana, vissuta con grande umiltà e dedizione: se Troisi è diventato il mito che è, è stato merito anche delle preziose “dritte” di Barbieri; colpisce anche l’assenza di riferimenti ad Anna Pavignano, storica sceneggiatrice di tutti i film del nostro (e anche sua compagna di vita, per un periodo), complice preziosissima nel perfezionamento di tutte le sue invenzioni artistiche.
Ma, fatte salve queste riserve (e l’affiorare, qua e là, di una certa retorica), Oltre il respiro è un libro che tutti i fan del grande Massimo devono leggere, impreziosito da un pensiero di Maria Grazia Cucinotta (partner del comico ne Il postino), un ricordo di Renato Scarpa (l’indimenticato Robertino di Ricomincio da tre), un profilo dell’artista redatto dallo scrittore e sceneggiatore Francesco Costa e – last but not least – il racconto della Ippoliti, tenera fantasia ultraterrena in cui Troisi diventa il “piccolo principe” tanto atteso da Saint-Exupéry, il celebre scrittore e aviatore francese (tra l’altro scomparso anche lui prematuramente, in volo, durante la Seconda Guerra Mondiale).
Rosaria Troisi – Lilly Ippoliti: Oltre il respiro. Massimo Troisi, mio fratello
(Iacobelli Editore, 120 pp., € 25)
Redazione (Effetto Napoli, 2012)