Una giornata di grande cultura quella che si è tenuta il 29 maggio presso la splendida sala conferenze di Palazzo Du Mesnil, sede del rettorato dell’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale, con la presentazione dell’opera Sirenide di Paolo Regio, a cura di Anna Cerbo.
In particolare, si tratta della edizione critica, apparsa per la Photocity Edizioni-University Press in una veste editoriale di grande pregio, della seconda redazione (datata 1606) del poema spirituale Sirenide di Paolo Regio (1541-1607), vescovo di Vico Equense, accompagnata da un lungo Commento dello stesso Autore. Redazione ritrovata da Cerbo sotto forma di manoscritto presso la Biblioteca Nazionale di Napoli).
Si tratta di un volume ponderoso, quasi mille pagine tra introduzione e nota al testo (200 pagine che funzionano quindi quasi da volume autonomo) e edizione critica, che mostrano un lavoro estremamente approfondito in un’opera di riscoperta di un autore e di un’opera di indubbio interesse, in particolare tra gli epigoni della Divina Commedia dantesca.
Quello che ha reso la presentazione del volume di così tanto interesse è l’essersi trasformata in un qualcosa di leggermente diverso. Partendo e con continui riferimenti al lavoro svolto da Anna Cerbo, si è dato vita quasi a una breve giornata di studi sulla figura di Regio. Dopo i saluti di Elda Morlicchi, Rettore de “L’Orientale”, e il messaggio di Augusto Guarino, Direttore della sezione romanza degli Annali dello stesso ateneo, collana in cui è apparsa questa edizione critica, i contributi dei relatori Andrea Battistini (Università di Bologna) e Vincenzo Placella (Università “L’Orientale”), moderati da Carlo Vecce, hanno messo in risalto sia gli aspetti peculiari dell’autore Paolo Regio, la sua formazione e il contesto storico, i rapporti che si possono tracciare con Dante, Petrarca, Tasso, il domenicano Federico Frezzi, solo per fare alcuni nomi, che l’opera di riedizione di Cerbo.
Teologo, poeta, Paolo Regio scrisse Sirenide in quattro libri, in ottave, utilizzando un italiano aulico del ’500 a imitazione, come detto, della Divina Commedia, raccontando il viaggio di Sireno nell’aldilà, dall’Inferno al Paradiso, il tutto in epoca di Controriforma. A questi si aggiunga il vastissimo auto-commento in cui Regio affronta problematiche come la dannazione, la confessione sacramentale, l’espiazione e la beatitudine, il limbo, il Purgatorio, la struttura dell’Inferno.
Il risultato è un lavoro (poema e commento) cupo, che riflette il quadro storico, politico e sociale della Napoli fra ’500 e ’600. Napoli fra Cinque e Seicento.
Una edizione critica, quella di Anna Cerbo, e una presentazione che portano a luce nuova non soltanto un’opera e un autore, quindi, ma un intero periodo della cultura di Napoli.