Risalente agli insediamenti alessandrini del 200-300 d.C., la statua del Dio Nilo fu pensata per il Tempio di Iside, che sorgeva pressappoco ove oggi troviamo la Cappella Sansevero, nel cuore dell’attuale centro storico di Napoli. Scomparsa dopo il crollo dell’Impero Romano, fu recuperata nel 1476 circa, e fu soprannominata “Corpo di Napoli”, poiché – priva della testa – si pensò rappresentasse Napoli che allatta i suoi figli (i putti, di cui uno solo ancora presente, gli altri due sono stati trafugati).
Dopo un primo restauro, fu spostata nell’attuale collocazione, tra via Nilo e San Biagio dei Librai, ovvero Largo Corpo di Napoli.
Restaurata nuovamente nel ‘600 e nel ‘700, è rimasta integra (nonostante le modifiche e le aggiunte avvenute nel corsi dei secoli) fino agli anni ’50 del secolo scorso, quando furono trafugati testa della sfinge e la coda del coccodrillo ai piedi della statua.
La statua è stata sottoposta a nuovo intervento di restauro agli inizi degli anni ’90 ed oggi, 15 novembre 2014, dopo nuovi interventi durati alcuni mesi, la statua è stata restituita alla città, integra della testa della sfinge, ritrovata in Austria nel 2013 dal nucleo dei Carabinieri per la tutela del patrimonio, guidato dal Capitano Carmine Elefante, presente stamattina alla cerimonia di riconsegna.
“Mettiamo la testa a posto” è il nome dell’iniziativa sostenuta fortemente da Carmine Masucci, amministratore del complesso monumentale del Museo Cappella Sansevero.
Oltre 2200 privati cittadini hanno finanziato il restauro del Nilo grazie a piccole donazioni che erano effettuabili in totem ad hoc installati nella Cappella Sansevero ed in ben 16 esercizi commerciali della zona. Presente alla cerimonia, oltre a Masucci e al Capitano Elefante, un inaspettato Raimondo di Sangro, principe di Sansevero, per l’occasione in carne, ossa e testa. L’evento è stato arricchito dal Maestro Lello Esposito, che ha realizzato una cartolina celebrativa della statua, donata in copie numerate a ciascun donatore.
Infine, in piazza San Domenico Maggiore si è assistita ad un concerto della fanfara del X Reggimento dei Carabinieri “Campania”.
[Photo: Joseph Briska]