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“Mivhs” di Casavatore: dove l’arte è di casa!

di Paola Mazzarelli

E’ un appartamento. Già: ma è anche una Galleria d’Arte. E’ il Mivhs (“Made in Vozla Home Studio”) di Casavatore (nella foto, l’ingresso).

Lo ha creato Vozla, artista e performer napoletano, trasformando la sua casa in luogo espositivo senza togliere armadi e comò.

La porta è aperta. Si entra senza bussare. Per appuntamento, naturalmente.

Vozla ti accoglie con un bicchiere di vino.

Sul lindore delle pareti bianche si stagliano, in sequenza, quadri, foto, video.

Siamo andati al finissage dell’ultima mostra: “Sospensioni”.

E le sorprese non sono mancate.

In particolare la foto che si offre alla vista varcando la porta. Titolo: “David”.

E’ il ritratto a grandezza naturale di un uomo obeso. E’ lì, con tutta la sua mole, in un bianco e nero morbido e tattile. La sua pancia straborda da grosse mutande contenitive. Alzando lo sguardo dallo sconcio del suo ventre, si giunge al suo volto, girato a tre quarti. E’ il volto di una persona comune. Per nulla grottesco. Pensoso quanto basta per appartenere a un esemplare di homo sapiens.

Più avanti, un’altra stanza (da letto?) con (appunto) un letto, due comodini (istallazioni?) e lampade da notte scanzonate in vetro-cemento: nella liquida trasparenza di una di esse appare, gentile e aberrato, il volto di una suora.

In un’altra stanza si alternano quadri, foto e una piccola opera concettuale, dal sapore giapponese: una scacchiera verticale con un cavallo che fa la prima mossa. Titolo: “Le nostre molteplici mosse”.

Sono presenti alcuni degli artisti, tra cui Angela Maione (David) e Fausto Rullo (Le nostre molteplici mosse). E parte un dibattito in piedi.

Qualcuno dice di sentirsi esattamente come quel David:  a disagio nel corpo che abita.

Qualcuno aggiunge che la dignità della sua espressione riscatta la sua oscena fisicità.

Quindi quel David over-size, che eroicamente abita la sua de-formità, è a sua volta un modello classico come quello originario?

E quella scacchiera? L’autore dice che si può continuare la partita. Confessa, però, di non saper giocare…

Forma, deformità, individuo, libertà. I temi vengono snocciolati in forma leggera eppure pensosa. Le opere si staccano dai componenti di arredo senza perdere il contatto con essi.

Critica d’arte estemporanea? Filosofia? Scambio di esperienze?

Una cosa è certa,  qui al Mivhs le opere, nella loro complessa grammatica, non restano, come in molte gallerie d’arte, presenze fredde che si arrogano il diritto di significare più e meglio quello che noi  percepiamo, grazie ai simboli di status che quegli spazi evocano.

Disposte nel lindo interno domestico, in cui il visitatore è accolto in modo personale  insieme agli artisti stessi, queste cominciano a parlare un linguaggio intimo, suscitando intime riflessioni e scambi di opinioni.

Con il suo spazio aperto e domestico, Vozla sembra proprio suggerire che l’arte è una questione di vicinanza, un avvicinamento agli altri. E’ un fatto pubblico proprio perché ciascuno di noi, privatamente la cova, nei gesti, nelle azioni per poi scambiarne gli effetti con i propri simili, intimamente in pubblico.

Prossima mostra: Personale di Walter Picardi. Vernissage: 7 aprile 2013 alle 19.00. Da non perdere.

Per infowww.mivhs.it

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