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Il Cinema e i Portali della mente: il recente film MIND

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Enrico De Agostini [foto: presskit]

di Matilde Tortora

Quando nel 1902 Georges Méliés realizzò il film breve Le Voyage dans le lune chi avrebbe mai potuto immaginare che sessant’anni dopo davvero alcuni uomini sarebbero sbarcati sulla Luna? Méliés aveva tratto il soggetto da un romanzo di Jules Verne e H.G. Welles; il recentissimo film breve MIND, che sarà proiettato il prossimo 28 agosto a Benevento Città Spettacolo quest’anno alla 44esima Edizione, è anch’esso tratto da un romanzo, ovvero dall’omonimo romanzo di Enrico De Agostini, scrittore con all’attivo altri romanzi e saggi, qui anche sceneggiatore, nonché attualmente Ambasciatore Italiano in Zambia e Malawi, essendo stato negli anni Console in varie destinazioni mondiali.

“La mia storia non vi piacerà, è troppo simile alla vostra” – ad inizio film sentiamo dirci da Francesco Vanguardi, il protagonista di MIND, un filosofo italiano di mezza età che mette in campo ogni opportuna strategia per contrastare la presa di potere da parte di MIND a danno di tutta l’umanità.

MIND è infatti l’acronimo di Multiple Interaction Neuro Device, un meccanismo capace di interagire direttamente con le onde cerebrali, e di controllarne le decisioni.

“Se ci riesce” – dirà il protagonista – “saremo tutti come pesci presi nella rete, estinti senza rendercene conto”. Il fatto è che, mentre agli uomini per andare sulla luna occorsero sessanta e più anni, per l’avvento di MIND non ci vorrà molto ci dice questo film davvero molto incisivo ed estremamente interessante. Molte cose esso ci dice, se pure nella forma breve di un cortometraggio: – come possiamo insegnare alle IA, se noi stessi non riusciamo a comportarci da umani? ci dice anche quanto conti il riconoscere il valore della natura e di un habitat che davvero ci nutra e possa illuminarci, e di come un film ci apra, come solo il cinema quello autentico sa fare, ulteriori portali della mente, inscrivendosi in più di un genere e sovvertendoli anche, tanto da unire il bucolico e il futurista, la fantascienza e la distopia, i tanti versanti del molto ricco e articolato romanzo di Enrico De Agostini che pur si destina a ulteriori più lunghe realizzazioni cinematografiche.

La location di MIND è una Masseria del ‘700, Sant’Andrea, che fu ricovero bestiame e probabilmente Chiesa ai tempi in cui sulla collina di Botticella sorgeva un borgo scomparso alla metà del Trecento; il film vede protagoniste, dunque, anche le bellissime colline del Sannio e contrappone, nutre la lotta, induce a sperare che, sebbene ormai alle porte, MIND lo si potrà fronteggiare.

D’altronde chi meglio del cinema ha già prefigurato quel che accadrà, scenari inquietanti, eventi che si ritenevano solo fantasia e poi divenute realtà, distopie, catastrofi in agguato? Non c’è che da ricordare che d’altronde l’inventore di “realtà virtuale” fu Antonin Artaud nel suo Il Teatro e il suo doppio, negli anni Trenta. Per cui, molto bene, la prova attoriale del protagonista Luca Ferrante, dell’interprete Chiara Causa una Lucy che, come in Nosferatu di Herzog del 1979, sta in bilico, ne intuisce la pericolosità e vorrebbe intervenire, di Claudio Pignatiello nella parte dell’inseguitore che pur richiama alla mente La decima vittima di Elio Petri, indimenticabile film del 1965. MIND ha la durata di 16 minuti, la musica appositamente composta è del musicista Andrea Valeri, la regia è di Matteo Menenti – Miele. Un plauso sentito a tutti loro e a MIND che si destina motu proprio ad una platea di spettatori amplissima!

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