Impresa ardua è raccontare le paure, raccontare il cuore che balza in gola, raccontare il buio, la morte, impresa ardua è raccontare scegliendo di utilizzare il genere horror. Si rischia di cadere nei cliché del genere, si rischia che ti dicano: «Hai copiato l’idea di Lovecraft, di Poe, di King…».
Stupisce invece questa antologia di racconti – pubblicata dalle romane edizioni Bel-Ami (€ 10) e recentemente presentata a Napoli, al “Dieci Lune – Festival dell’Autore” – piena zeppa di idee già sentite ma raccontate con una certa originalità ed utilizzando parole e frasi che fanno sobbalzare.
Il sangue con il suo ruolo purificatore la fa da padrone: ad un certo punto della lettura si resta pervasi dalla sgradevole ma al contempo masochisticamente piacevole sensazione che il sangue scorra sulle pagine, scorra sulle nostre mani. I protagonisti dei racconti sono persone comuni in bilico tra follia e realtà pronti a giustificare i loro gesti, le loro azioni, pronti a chiedere al lettore di giustificarli.
L’acqua poi, il secondo elemento delle narrazioni contenute in questo volume, con la sua evocativa poeticità riesce ad essere trasformata dall’autore in elemento di mistero e paura. Si muore nell’acqua, si muore con l’acqua, l’acqua, come il sangue, scorre tra le pagine e le permea di paure.
L’autore – classe 1974, romano, presidente dell’Associazione Culturale “Nero Cafè” (http://nerocafe.net) e co-responsabile del magazine “Knife” – giocando con i mali dell’anima, con le apparenze della normalità, fonde alchemicamente gli elementi umani del sangue e dell’acqua; il risultato è: paura allo stato puro.
Per info: http://www.baedizioni.it/catalogo/i-racconti-del-sangue-e-dellacqua
Salvatore Aulicino