In scena nelle sale del Real Albergo dei Poveri Days of the Dinosaurs, il percorso di edutainement sul mondo dei dinosauri già allestito in oltre 20 paesi e reduce dal successo di Roma e Torino, dove ha conquistato 300.000 visitatori: apertura speciale mercoledì 31 ottobre, il giorno di Halloween, dalle 10.00 a 00.00 (ultimo ingresso ore 23.00), e per tutti i visitatori che indosseranno una maschera mostruosa sconto di due euro sull’ingresso alla mostra; inoltre, parte dell’incasso della giornata, accogliendo il desiderio dell’Assessore alle Pari Opportunità e Politiche Giovanili del Comune di Napoli Pina Tommasiello, sarà devoluto all’UILDM-Unione Italiana per la Lotta alla Distrofia Muscolare, Sezione G. Nigro. La mostra proseguirà poi da giovedì 1 novembre e fino e al 27 di gennaio, dalle 10.00 alle 20.00 (ultimo ingresso ore 19.00).
GLI ORGANIZZATORI – “Gli spazi storici della città vivificati da un percorso tematico chiamato a riflettere sull’estinzione: una contraddizione soltanto apparente in un’epoca di completa rivoluzione dei percorsi museali e culturali”, riflette il curatore italiano della mostra Fabio Di Gioia, mentre Lucas Capalbo, exhibition coordinator per l’Europa, ci informa che quello di Napoli è “il più grande allestimento di tutto il tour”, e prosegue spiegando che lo sforzo di ricreare i grandi animali preistorici sotto forma di robotronix, ricoperti di raffinato materiale sintetico simile alla loro dura pelle e capaci di movimenti anche minuziosi degli occhi e degli artigli, è funzionale alla volontà di mostrare ad adulti e ragazzi “i dinosauri nella loro realtà dinamica ed in un ambiente che rappresenti il più possibile quello naturale”. “Dopo il successo di BODY WORLDS il nostro patrimonio museale coglie questa ennesima occasione di valorizzazione: l’interattività della mostra, l’accompagnamento di esperti, la creazione di spazi laboratoriali – che attraverso il gioco siano in grado di trasmettere scienza – rappresentano la vera e straordinaria novità dell’iniziativa”, conclude l’assessore Pina Tommasiello.
PALEONTO-MANIA – Perché dunque i dinosauri? Il paleontologo Marco Signore cita un illustre predecessore, lo scienziato americano Robert Bakker che faceva notare al padre, orchestrale, che a New York veniva da sempre più gente per gli scheletri dei colossi preistorici, conservati all’ American Museum of Natural History, che per ascoltare la New York Philharmonic; Signore accetta anche di rispondere alla nostra domanda semiseria sulla possibilità di riprodurre i dinosauri a partire dal sangue contenuto in una zanzara imprigionata nell’ambra, mitica ipotesi favoleggiata dagli sceneggiatori di Jurassic Park di Steven Spielberg: “è implausibile”, commenta sereno lo scienziato, “l’insetto rimasto invischiato nella resina, poi solidificatasi, andrebbe soggetto a decomposizione anaerobica, e non potrebbe conservare un residuo ematico utilizzabile, nell’ambito del quale, comunque, i legami del sodio salterebbero dopo poco; ad ogni modo, per completare una sequenza genetica avremmo bisogno di un codice “simile” che ci suggerisca la “traccia” da seguire, e che non c’è; e qualora superassimo tutti questi ostacoli ed ottenessimo l’animale vivo, questo morirebbe dopo pochi minuti per via delle odierne condizioni climatiche, drammaticamente diverse da quelle necessarie alla sua sopravvivenza.” “I dinosauri ci insegnano che l’estinzione è un processo irreversibile: dall’esperienza dei grandi animali preistorici l’uomo può imparare ad essere il meno determinante possibile nell’ambito del processo della propria estinzione, rendendo sostenibile la sua presenza in Natura,”, conclude Marco Signore. Insomma, Days of the Dinosaurs sembra essere per davvero l’unica chance di incontrare i dinosauri.
I DINOSAURI – Sono 50 gli esemplari “vivi” in mostra al Real Albergo dei Poveri a partire da domani, 31 ottobre: immancabile il Tyrannosaurus Rex, altezza 8 metri, sia sotto forma di scheletro che con la pelle ed i suoi giganteschi muscoli, mentre l’esemplare di Pterosaurus in mostra ha un’apertura alare di più di due metri, ma ne esistevano con ali lunghe fino e a 15 metri; l’animale era inoltre ricoperto da peli, per tenersi caldo durante le lunghissime traversate di cui era capace. Facendosi strada tra le ricostruzioni del suolo e della vegetazione, circondati dai suoni, di caccia o di accoppiamento, “emessi” dai giganteschi animali, è possibile incontrare creature bizzarre come il Pachycephalosaurus, con la enorme testa corazzata, o il piccolo Archaeopteryx, scoperto in un momento cruciale del dibattito sulle teorie evolutive di Darwin. E se l’Alvarezsauro prende il nome da quello del fisico Luis Walter Álvarez, il quale ipotizzò, all’inizio degli anni Ottanta, che a causare l’estinzione dei dinosauri fu il meteorite che forse impattò la penisola dello Yucatan proprio in corrispondenza dell’enorme cratere di Chicxulub, della fine del Cretaceo, lo Spinosauro, dodici metri, è il più grande predatore che la terra abbia mai conosciuto. Dopo l’uomo, potrebbe oramai dirsi.
DINOLab – Spazio ai paleontologi in erba: al DINOLab i bambini potranno giocare ed approfondire le proprie curiosità scientifiche fino e a realizzare in prima persona gli scavi per i ritrovamenti archeologici, cercando nei box ricolmi di sabbia le ossa dei dinosauri di grande taglia, per poi pulirle e posizionarle con laiuto di uno staff scientifico, mentre i genitori potranno sostare e rilassarsi al DINObar. Al DINOLab vi spiegheranno le tecnologie che danno vita ai dinosauri, permetteranno ai ragazzi, grazie ad un photo-set apposito, di farsi ritrarre con i propri esemplari preferiti ed a tutti di scegliere il proprio gadget al DINOShop.