“Il futuro è racchiuso nel passato”. Con questa assennata dichiarazione, il sommo poeta e scrittore inglese T. S. Eliot, dava risalto, nel mantenerla viva ed allenata, alla coscienza storica in ognuno di noi. L’arte ha sempre rappresentato uno specchio dei tempi; attraverso la creatività, l’uomo comunica ai suoi simili, paure, critiche, riflessioni politiche e filosofiche oltre naturalmente a questioni puramente estetiche, incentrate sul come dar forma ed anima a questi fermenti interiori. Il cinema, la settima arte, più delle altre forme espressive, ha avuto e continua a mantenere un ruolo rilevante, nel riflettere i tempi e le epoche in cui viene realizzato. Interessante, proprio in tal senso, è il volume Cronache Futuriste (1932 – 1935) di Emanuele Caracciolo, a cura di Salvatore Iorio, edito da Mephite/Cinemasud (prefazione di Pasquale iaccio, con una nota di Ettore Massarese). Emanuele Caracciolo, come ci racconta la quarta di copertina, è stato un militante futurista, giornalista e cineasta italiano. Soprannominato da Filippo Tommaso Marinetti (fondatore del Movimento), “il futurista veloce”, fu un attivo esponente del “Secondo Futurismo” meridionale. Di origine gallipolina, studiò a Napoli, dove scrisse su numerose testate e periodici futuristi, e dove conseguì la laurea in Economia e Commercio. Nel 1936 si trasferì a Roma per seguire i corsi del neonato Centro Sperimentale di Cinematografia. Fu allievo di Alessandro Blasetti e Carmine Gallone. Diresse un’unica pellicola, Troppo tardi t’ho conosciuta (1940), dispersa e ritrovata solo nel 2003. Passato nelle fila della Resistenza, finì tragicamente i suoi giorni, a soli 31 anni, nell’eccidio delle Fosse Ardeatine del 24 marzo 1944, nel cui sacrario le sue spoglie riposano. Il testo raccoglie in maniera minuziosa ed attenta, tutti gli scritti giornalistici e non di questo singolare cineasta intellettuale. Si va dai carteggi sul cinema, a quelli sul teatro passando per quelli sulla letteratura e sulle arti figurative. L’aspetto davvero interessante però di questo singolare testo è, oltre naturalmente a quello storico, che è centrale, la maniera con cui, attraverso delle dichiarazioni scritte in prima persona, possiamo meglio capire ed approfondire, con senso davvero critico, un importante movimento intellettuale qual è stato il Futurismo in Italia, e di come questo abbia poi influenzato le espressioni artistiche e culturali dell’epoca. Infatti, oltre ad un forte collegamento politico ed ideologico, il testo illustra, a volte in maniera davvero coinvolgente, le innovazioni e il viscerale sentire di un movimento culturale, d’inizio secolo scorso, volto al nuovo, al veloce, all’innovativo, al cambiamento impetuoso più radicale, all’attenzione nel vivere il presente in maniera sempre più dinamica. Il testo ha un valore aggiuntivo, dato che è il primo a trattare in modo esaustivo la figura ed il pensiero dell’unico regista italiano a morire nel drammatico eccidio delle Fosse Ardeatine. Dai suoi scritti traspare il vigore ideologico e la sincerità intellettuale di una generazione che anelava con passione viscerale ad un presente più efficiente ed equo, che potesse servire alla società, nello scuotere le coscienze assopite. A breve uscirà una biografia su Emanuele Caracciolo, sempre a cura di Salvatore Iorio e sempre edita da Cinemasud, per meglio conoscere ed approfondire l’affascinante esistenza di questo singolare personaggio.
Andrea Borgia
Classe 1978, napoletano, Andrea BORGIA studia alla B.C.M. di Milano, specializzandosi in effetti speciali e trucco artistico. Nel 2001 è tra i fondatori, a Napoli, della VISIONAUTA Indie Pictures, una piccola etichetta indipendente. Nel 2005 inizia la sua carriera giornalistica ufficiale, presso il quotidiano "Napolipiù" , scrivendo di spettacolo, cultura ed eventi e lavorando anche presso alcuni uffici stampa. Diventa pubblicista nel 2008.
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