La televisione è uno dei mezzi di comunicazione di massa tra i più diffusi al mondo; nel bene o nel male bisogna riconoscere, a questo rivoluzionario apparecchio, un importanza sociologica e storica, durante quasi tutto l’arco del ventesimo secolo, davvero notevole. Il mezzo televisivo, nella sua evoluzione / involuzione storica, ha raccontato, spesso anche influenzandolo e contaminandolo in modo diretto, lo stile di vita, il costume, la politica, la storia, di un determinato paese.
L’evoluzione del mezzo segue tre tappe principali: la prima detta della fase della scarsità, riguarda il periodo che va dai quaranta ai sessanta, quando le emittenti erano davvero ben poche a trasmettere. La seconda, conosciuta anche come la fase intermedia, va dagli anni settanta fino alla prima metà degli anni novanta, le frequenze ed i canali aumentano e le tipologie di fruizione cambiano, infatti, si sviluppa la televisione satellitare e terrestre. Infine nella terza ed ultima fase detta dell’abbandanza, anche se qui bisognerebbe discutere sul vero significato di questo termine e a quale contesto è rivolto, se a quello economico o culturale, che va dalla seconda metà degli anni novanta in poi, il numero dei canali diventa illimitato e l’offerta sempre più personalizzata.
La mostra “1924-2014 La Rai racconta l’Italia” celebra i sessanta anni della televisione ed i novanta anni della radio nel nostro paese. L’esposizione, che nasce sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, con il patrocinio del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati, del Ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo, e con il sostegno di Eni e di Intesa Sanpaolo, si avvale della prestigiosa partecipazione e collaborazione di Piero Angela, Piero Badaloni, Andrea Camilleri, Bruno Pizzul, Arnaldo Plateroti, Emilio Ravel, Marcello Sorgi, Bruno Vespa e Sergio Zavoli, ed è a cura di Costanza Esclapon, Direttore Comunicazione e Relazioni Esterne della Rai, Alessandro Nicosia, Presidente di Comunicare Organizzando e di Barbara Scaramucci, Direttore di Rai Teche.
Il testimone è passato da Roma a Milano, e poi passerà a Napoli e a Torino, ad ogni tappa si aggiunge un’area legata alle caratteristiche del territorio ed alle grandi produzioni realizzate in quella sede Rai. L’esposizione è ben sviluppata e strutturata nel suo percorso evolutivo, si va dai primi documenti, riguardanti la fondazione dell’ente RAI, fino ai filmati riguardanti le tappe più importanti del nostro vissuto italiano. Merita una nota speciale la mostra dei costumi di scena, in particolare quelli disegnati e realizzati dal grande costumista dei film di Fellini, Pietro Gherardi, per la divina Mina negli anni sessanta e settanta. Oltre alle bellissime radio d’epoca e numerose fotografie esposte. La mostra è gratuita ed è visitabile nella splendida cornice di Castel Sant’ Elmo a San Martino, fino al 27 luglio, tutti i giorni dalle 10 alle 19 eccetto il martedì. Fateci un salto!…Merita!
Per tutte le info: http://www.spmn.beniculturali.it/DB_Mostre/DBMostre_Alleg/14%20MO%20Rai.pdf