di Paola Mazzarelli
Si trova nella Mostra d’Oltremare. Ha 500 posti a sedere. E’ circondato da una bellissima pineta. E fino a quattro anni fa era uno dei tanti ruderi pieni di buona volontà che la città cova in luoghi impensati.
E’ il Teatro dei Piccoli. Costruito nel 1939, ricostruito nel 1952, utilizzato pochissimo, è stato ristrutturato negli ultimi 4 anni con i fondi provvidenziali della Comunità Europea. Il 20 maggio è stato finalmente inaugurato.
E adesso? Resterà aperto? Potranno aver luogo spettacoli e laboratori?
Si. Ma prima bisognerà capire come e da chi sarà gestito, avverte il Dott. Andrea Rea, presidente della Mostra d’Oltremare, cui fanno eco, con certo – almeno apparente – ottimismo, il Sindaco Luigi De Magistris e il Presidente della Regione, Stefano Caldoro.
Candidati naturali alla sua conduzione sono gruppi che con e per il Teatro Ragazzi lavorano da tempo. Innanzitutto, Le Nuvole, Teatro Stabile di Innovazione che propone spettacoli con adattamenti freschi e rigorosi anche di opere classiche come “La Tempesta” di Shakespeare e “La GrandeMagia” di De Filippo. Radicato da 30 anni nel territorio attraverso le scuole, le famiglie, con una cifra stilistica che permette di spaziare dalla scienza all’arte, il Teatro Le Nuvole è attualmente senza fissa dimora in seguito all’incendio di Città della Scienza, nei cui padiglioni si trova la sua sede.
Insieme a Le Nuvole anche I Teatrini. Di loro i bambini napoletani conoscono gli spettacoli itineranti all’Orto Botanico e le messe in scena di fiabe classiche, come “Cenerentola”, in un linguaggio contemporaneo, coinvolgente anche per un pubblico adulto.
Saranno questi gruppi, insieme ad altre realtà che operano nella formazione teatrale e musicale per l’infanzia, a negoziare con l’Ente Mostra d’Oltremare la gestione del Teatro dei Piccoli. Dunque, la macchina prudente e lenta delle istituzioni da un lato e una forza giovane e coraggiosamente imprenditoriale dall’altro?
C’è da augurarsi che si trovi comunque presto un accordo, e che a gestire Teatro dei Piccoli siano coloro che di Teatro e di Piccoli un po’ se ne intendono. Con la supervisione (si spera) illuminata di istituzioni disposte ad investire in un settore così delicatamente cruciale.
Di fatto, questo Teatro, nato dalle propaggini delle avanguardie storiche nella pianificazione urbanistica e sociale del Ventennio fascista, distrutto dalle bombe, ricostruito nel dopoguerra grazie alle fantasie, a loro volta garbatamente folli, della montessoriana Zietta Liù, è come una nave fantasma o un utopico Yellow Submarine che fino ad ora ha navigato nell’archivio dei sogni senza mai diventare REALE. In qualche modo, la sua concretezza fisica associata al suo inutilizzo sintetizza lo stato dormiente della città, il suo lato più oscuro e decadente.
Se i bambini di Napoli potranno averlo, e viverlo, ciò segnerà la fine di un incantesimo che ha colpitola Mostra d’Oltremare (e non solo), proprio come il Bosco della Bella Addormentata.
(Foto: Mostradoltremare.it)