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Cinema

“Venti anni”, docufilm tra apologia libertaria e sentimenti. In dvd CG Home Video

Venti anniHo letto in giro qualche critica “tiepida” su Venti anni, il documentario di Giovanna Gagliardo che ripercorre l’ultimo ventennio di storia dei Paesi occidentali. Non sono molto d’accordo. Da tempo non mi appassionavo a un racconto e alla sua utile analisi, ancor più utile se si tratta di socialismo reale antitetico al consumismo spericolato. Ho apprezzato l’idea di raccontare gli ultimi vent’anni con due “piccole” storie “comuni”, storie “altre” per certi versi, e ho amato il modo in cui l’autrice ha descritto le difficoltà legate al vivere nella libertà, al saper stare dentro una condizione che rende (quasi) incolumi ma dentro la quale è difficile sapersi muovere senza provare paura. La dittatura portava con sé altri timori, ma non quello di reggere l’indipendenza, in fondo l’unica vera forma di democrazia dell’uomo.
Marta e Giulio sono due giovani che si affacciano alla vita. Lei tedesca, traduttrice e amante della poesia (soprattutto quella di Joseph Brodskij, dissidente e poeta russo naturalizzato statunitense), lui italiano, appassionato di economia, di buona famiglia. Siamo nel novembre del 1989, il 9 per essere precisi. Proprio quel giorno li vede testimoni di un grande avvenimento, oltre a segnare il loro primo incontro. Sullo schermo la voce di uno speaker commenta la caduta del Muro di Berlino e le parole di Alexanderplatz sottolineano immagini lucide che mostrano uno smantellamento concitato. Le picconate della folla sono la rappresentazione di una rinnovata libertà, di nuovi entusiasmi, forse di una nuova era. Eppure, si capirà in seguito, anche la riunificazione berlinese non è bastata a far davvero cambiare le cose. Una manciata d’anni e i Tg cominciano a raccontare l’inizio di una delle crisi economiche più grosse della storia. Si parla di precarietà e provvisorietà, di crisi, ma anche della voglia di cercare un’anima dentro le cose e abbandonare il nuovo materialismo imperante in tutto il pianeta.
Inteso come opposizione ai regimi totalitaristi e totalizzanti del comunismo, il capitalismo appare figlio del senso del dovere, del rispetto delle regole, dei principi fondanti della democrazia. Purtroppo, così non è, almeno non nella forma che conosciamo oggi. Il pragmatismo partito dagli Stati Uniti nel tempo comincia ad assumere troppa importanza, la disoccupazione avanza e il capitalismo, da positivo qual era – quale poteva essere – diventa un segno deforme, fosco e strisciante, subdolo nel condurre la gente verso l’egoismo puro, quello che porta le persone ad abbandonare solidarietà e unione. Il mito degli altri lascia il posto a un nuovo soggettivismo sfrenato e poco permeato da quell’interiorità personale che portava allo sviluppo democratico dei popoli e delle economie in antitesi ai cupi totalitarismi di regime. Per carità, non sono parole mie, ma del giurista Guido Rossi (ordinario alla Bocconi, intervistato dalla Gagliardo per il film) del quale però condivido appieno la visione. Siamo ormai lontanissimi dalle ragioni illuministiche che condussero a un certo tipo di democrazia, com’è anche evidente nella politica attuale. Siamo davanti a forme di falso populismo, di rapacità e di ottusità cattiva e prepotente. La Gagliardo racconta in Venti Anni il proficuo cinismo dei potenti intrecciandolo alle vite dei due protagonisti, che hanno conosciuto un mondo strutturato in blocchi ora completamente sgretolati.
Marta e Giulio si trovano, così, dopo vent’anni a raccontare della loro vita e del loro legame attraverso gli avvenimenti principali di questi vent’anni, dalla caduta del muro di Berlino al crollo di Lehman Brothers, passando per l’attacco terroristico dell’11 settembre. C’è da guardare avanti imparando dal passato, c’è da riconsiderare il ruolo dell’arte nelle nostre vite “arti-ficiali”, quell’arte ora così investita di una responsabilità soprattutto etica.
Giovanna Gagliardo, prima giornalista a Roma negli anni Sessanta e poi attrice per Elio Petri, ha già al suo attivo otto regie fra film e documentari. Per Venti Anni ha voluto l’ottimo Enrico Iannello (foto), Lea Gramsdorff e Giuseppe de Rosa, formidabile interprete stabiese di cinema e teatro, qui in un ruolo piccolo solo per durata, ma ben definito ed elegantemente rappresentato.
Dallo scorso 24 settembre Venti Anni è stato pubblicato in DVD per CG Home Video (€ 12,99), prodotto da Carlo Macchitella per Madeleine e da Rai Cinema.

Per infohttp://www.cghv.it/film-dvd/Venti-anni/f20745 [foto]

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