Non posso dire di aver conosciuto personalmente Morando Morandini, ma in ogni caso è stato per me un onore e un privilegio avere avuto la possibilità di collaborare con lui nella stesura delle schede per il suo famoso dizionario, edizione del 2007.
Così come è stato un onore scambiare con lui telefonate, in cui discutevo di cinema e dei film che mi erano stati assegnati. Per lo più si trattava di filmacci, filmini, con qualche titolo di pregio. Doom con The Rock o Annapolis con James Franco, ma anche La contessa bianca di James Ivory. Mi presi la libertà di dare una sola stella, se ben ricordo, a Il custode di Tober Hooper che, come Dario Argento, è ormai l’ombra di se stesso. Una qualche decina di schede in totale.
Entrai in contatto con Morando Morandini tramite una giornalista conosciuta durante un corso di sceneggiatura. “Ti piacerebbe collaborare con un mio amico critico?” La mia risposta fu un “Certo, chi?”, “Morando Morandini”. Una grande emozione. Anche perché ho sempre preferito Morandini a quello spoilatore di Mereghetti (gli preferisco anche Farinotti. Ma ora in tempo di Mymovies e Smartphone non conta più…).
Fu emozionante la mia prima telefonata, timido, nervoso e impacciato. Poco più che ventenne alla sua prima grande prova da critico di cinema. Morandini era affabile, ma risoluto. Mi chiese tre schede di prova, di diversa lunghezza, ma che rispecchiassero quelle del dizionario. Quindi iniziò questa breve collaborazione.
Sebbene durata solo per quesi mesi, in vista dell’edizione 2007 del dizionario, mi piace considerare Morandini, oltre che un maestro, anche un po’ un mio maestro. Ho imparato, attraverso i suoi consigli telefonici, l’arte della concisione e dell’efficacia. Un’arte non semplice.
E, ora che il maestro è scomparso, riprendo tra le mani quel Morandini 2007. Lo sfoglio e leggo nell’introduzione i ringraziamenti ai collaboratori. Nello stesso capoverso di Goffredo Fofi, eccomi, “il napoletano Armando Rotondi”. Sorridendo, mi chiedo ancora oggi perché questa precisazione, che a me, tutto sommato, piace.
[Photo: Lastampa.it]