All’ottava edizione – in corso – del Festival Internazionale del Film di Roma, diretto per il secondo anno consecutivo da Marco Muller, nella sezione Prospettive Italia è presente un film per il quale non vi erano molte aspettative e che invece ha sorpreso il pubblico e la stampa. Si tratta di Song’ e Napule, film dei Manetti Bros. che racconta uno spaccato reale della Napoli contemporanea, ma lo fa in chiave fumettistica, secondo alcuni elementi del genere poliziesco all’italiana.
La storia è quella di Paco Stillo (Alessandro Roja), un giovane diplomato al conservatorio che sa suonare molto bene il piano ma, trovandosi senza lavoro, viene raccomandato dalla madre nella polizia.
Viene impiegato per svolgere sostanzialmente lavoro d’ufficio, ma un giorno il commissario Cammarota (Paolo Sassanelli) lo ingaggia, proprio per le sue doti di pianista, in un’impresa punitiva. Bisogna catturare un pericoloso boss della camorra. Per poterlo fare deve infiltrarsi nella band di un cantante neomelodico, un certo Lollo Love.
I riferimenti al fumetto sono frequenti, per esempio in una scena un appuntato legge fumetti in ufficio, e la stessa locandina del film è stata disegnata da un fumettista. In generale però l’atmosfera da fumetto è dovuta alla scelta di eseguire a rallentatore certe scene chiave, per esempio quelle delle sparatorie, in cui vediamo il dettaglio del proiettile, oppure gli spostamenti dei personaggi.
Il film ha il merito di mostrarci il volto di Napoli non solo considerando i suoi lati negativi, ma anche quelli positivi. Inoltre può considerarsi come una sorta di documento sociologico in cui si analizza anche una certa cultura neomelodica e in generale medio- bassa.
Il merito si deve a Giampaolo Morelli che ha scritto il soggetto e che conosce bene Napoli per esserci vissuto fino alla prima adolescenza.
[Foto: http://www.romacinemafest.it]