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Cinema

Saviano e Cantone ci raccontano “Le mani sulla città” di Francesco Rosi


RosiUn’ora di contributi speciali comprendenti due interviste rispettivamente allo scrittore Roberto Saviano e al magistrato Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, per presentare in dvd Mustang distribuito da CG Home Video (euro 12,99) il capolavoro di Francesco Rosi, Le mani sulla città (1963), a 50 anni dalla realizzazione, e narrarne tutta la straordinaria e sconcertante attualità. In più è lo stesso 92enne regista a commentare fuori campo il film, Leone d’oro alla Mostra di Venezia del 1963 e qui presentato nella versione restaurata digitalmente dalla Cineteca Nazionale sulla base della copia depositata dalla casa di produzione Galatea.

Il film di Rosi non ha quasi bisogno di presentazioni tanto è quasi superfluo sottolineare come non possa mancare nella videoteca di nessun cinefilo o studioso di cinema. Capostipite di quel cinema italiano di denuncia di cui Rosi sarebbe divenuto maestro (Salvatore Giuliano, Il caso Mattei, Cadaveri eccellenti), nel suo mettere a nudo i meccanismi con cui il potere conserva se stesso e controlla i territori, sorveglia i meccanismi clientelari del consenso e del voto, attraverso la vicenda emblematica dell’imprenditore napoletano Edoardo Nottola (un sanguigno, indimenticabile, Rod Steiger), anche consigliere comunale impegnato a fare affari d’oro con la sua accolita di faccendieri nella speculazione edilizia che in pochi decenni deturperà fatalmente il volto della città di Napoli, con la connivenza bipartisan delle forze di maggioranza di destra e di centro (mentre la Sinistra conduce una vera opposizione attraverso la voce del consigliere De Vita, nella vita il vero consigliere comunista Carlo Fermariello, di cui Rosi si ricorderà in quel curioso documentario-saggio che è Diario Napoletano, 1992).

Saviano e Cantone mettono in rilievo come la grandezza di Rosi, in un film che ha modellato la loro coscienza civile, stia nello smontare il meccanismo della corruzione per mostrarne e smascherarne il funzionamento ma anche nel calare lo spettatore nella materia viva degli istituti che moderano la vita di un paese democratico, a cominciare dalle memorabili sequenze dei sulfurei consigli comunali. Ma sono tante le pagine di grande cinema in un’opera che ha oltretutto il pregio di veicolare un alto contenuto di denuncia attraverso una confezione estetica di assoluto rilievo: oltre alla solidissima regia di Rosi, basata su inquadrature e movimenti di macchina sapientemente calibrati (alla macchina da presa il fedele Pasquale De Santis), si segnalano collaboratori che hanno scritto la storia della settima arte italiana, dalle innovative soluzioni di montaggio di Mario Serandrei al bianco e nero polveroso di Gianni Di Venanzo, già maestro di luci per Fellini, dallo score inquietante e teso di Piero Piccioni alla sceneggiatura a orologeria scritta a più mani dal regista con il fondamentale contributo dell’amico scrittore Raffaele La Capria oltre che di Enzo Provenzale (anche organizzatore generale) e Enzo Forcella. Nel raccontare il volto oscuro del Boom economico che si affaccia anche nella Napoli di Achille Lauro che porta ancora evidenti le ferite della Seconda Guerra Mondiale, Rosi supera con originalità le secche della tarda stagione neorealista sperimentando inedite forme drammatiche che si sarebbero perfezionate nel successivo modello del film-inchiesta, per un film che si porta dietro anche tutta la dolente nostalgia per un cinema italiano di cui si è oggi colpevolmente perso lo stampo, quando esso riempiva le sale e sapeva con maestria denunciare e affascinare.

Scheda film: http://www.cghv.it/film-dvd/Le-mani-sulla-citta/f21128

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