Ha fatto sicuramente scalpore il film «Sangue» di Pippo Delbono, segnalato con un premio all’ultimo festival di Locarno. Il film ha fatto scalpore per la presenza dell’ex terrorista rosso Giovanni Senzani, che firmò l’esecuzione di Roberto Peci, fratello di Patrizio, un brigatista pentito. Per questa vendetta trasversale in stile mafioso – di cui non si è mai veramente pentito – Senzani ha scontato 23 anni di carcere. Ma in un’intervista al settimanale “Panorama” da oggi in edicola ha dichiarato: «Solo quando è morta mia moglie ho capito che la morte è uguale per tutti, sia quando la subisci sia quando la dai. E allora ho sentito il dolore di tutti quelli che la morte l’avevano incontrata per mano mia». Uscito dal carcere ha subito incontrato Delbono con il quale ha deciso di tornare, in questo film, sul loro rapporto con la violenza, le speranze di oggi, l’attuale situazione politica e l’Italia in crisi. Per un libro o per un film. Ma quasi che la realtà si beffasse dei loro progetti, il destino si fa beffa di loro. Pippo deve accorrere al capezzale della madre malata, fervente cattolica ed ex maestra elementare. Mentre Anna, la moglie di Senzani, dopo aver atteso con grande fedeltà e grande amore, che il marito scontasse la sua pena, s’ammala a sua volta. Il film diventa così un percorso collettivo dei due personaggi dove il dolore individuale diviene dolore collettivo.
Il film di Pippo Delbono è stato presentato ieri presso la sala Assoli del Teatro Nuovo per la seconda volta a Napoli (la prima volta era stato proiettato presso il cinema Astra circa un mese fa). Il film non ha avuto una grande distribuzione, nonostante il prestigioso premio vinto in Svizzera. Il film, infatti, è arrivato nelle sale di Napoli Roma e Milano con un distributore indipendente. La grande distribuzione si rifiuta di farlo girare, ma Delbono ha dichiarato che sarà felice di mettere a disposizione il film per chi avrà il coraggio di proiettarlo.
Alle 22, dopo la proiezione del film, il pubblico ha avuto modi di interloquire con il regista. Da cui si apprendono varie cose sui retroscena del film. Ad esempio, il fatto che il dilm è stato girato interamente con uno smartphone. Che Pippo Delbono non condivide, così come Anna, la scelta di Senzani di far parte di un gruppo terroristico. Che il film, parlando, ad ogni modo, di dolore, risente della forte vocazione spirituale del regista buddista da tent’anni.
Il quotidiano francese “Le Monde” ha scritto: “Pippo Delbono è al tempo stesso un poeta ed un regista che reinventa il cinema contemporaneo”.
Il film si può vedere presso la Sala Assoli del Teatro Nuovo ai Quartieri Spagnoli (via Montecalvario 16) tutte le sere fino a domenica alle ore 20, 30 al costo di 5 euro.