Esistono eroi che si caratterizzano non tanto per la forza bruta e cinica ma per la loro tenerezza e la loro umanità. Come l’Achille del ventiquattresimo libro dell’Iliade che si commuove di fronte al pianto di Priamo che gli chiede di restituirgli il cadavere del figlio Ettore. Zagor, eroe a fumetti creato da Sergio Bonelli nel 1961, è un eroe dal cuore tenero e in questo somiglia al suo creatore che era diverso nel carattere e nell’indole da suo padre Giovanni Luigi. E questo si vede bene se si legge un Tex scritto da Bonelli padre a fronte di un Tex scritto da Bonelli figlio. Il secondo, infatti è molto più tenero e umano rispetto al nemico che non il secondo.
Rimasto in tenera età orfano di entrambi i genitori, massacrati da un gruppo di indiani, Zagor viene salvato da Wandering Fitzy, uno esploratore che viaggia spesso alla ricerca di tesori fra le montagne rocciose. Crescendo, decide di diventare paladino dei più deboli, come Batman o come Robin Hood. Vive nella foresta di Darkwood, un luogo immaginario come “Utopia” o il regno di “Camelot”. Le sue avventure sono ambientate di solito nel vecchio e selvaggio West, ma il suo campo d’azione possono essere anche le isole caraibiche o lo Spazio.
Sin dalla sua prima avventura al suo fianco c’è una simpatica “spalla”, un messicano di corporatura ben robusta e pavido di nome Cico (diminutivo di Don Felipe Canterano Lopez Martinez y Gonzales) che va con lui per libera scelta. Ed è fermamente convinto di ciò che fa anche se trova sempre il modo di redarguire il suo amico perché è stanco o ha fame, o per mille altre ragioni.
Zagor è diventato oggetto di un lungometraggio diretto da Riccardo Jacopino dal titolo Noi, Zagor, che uscirà in circa duecento sale italiane. A Napoli l’unica sala che proietterà il documentario sarà il Cinema Modernissimo a via Cisterna dell’Olio. Un ottimo modo per ricordare il grande Sergio Bonelli a due anni dalla scomparsa.