Gli Oscar™ sono i premi più prestigiosi nel mondo del cinema. Forse si dovrebbe dire i più noti. Perché in effetti gli Oscar™, come anche l’Academy che li gestisce, dimostrano non poche volte di peccare di un innato e compiaciuto provincialismo. Non una festa del cinema, ma una celebrazione dichiarata di Hollywood e dei film dello star system americano (con qualche britannico ogni tanto). Niente quindi rispetto a Cannes (quello sì davvero prestigioso) e altri. Insomma, la convinzione è che il premio del cinema più prestigioso d’America debba essere per forza di cose il più importante del mondo.
E questo provincialismo è evidente sempre nella sua forma più compiuta quando, durante la cerimonia di premiazione, si passano in rassegna i volti degli artisti scomparsi nel video “In Memoriam”. Sono stati ricordati tra l’altro l’icona Anita Ekberg, Virna Lisi (che rifiutò Hollywood), Richard Attenborough, ovviamente Robin Williams, Mike Nichols, alcuni grandi, altri medi e molti sconosciuti.
Mancava un nome: Francesco Rosi. Un nome non da poco che ha reso palese i limiti intellettuali dell’Academy e della sua governance. Come è possibile dimenticare uno dei registi a cui si sono dichiaratamente ispirate intere generazioni di cineasti americani e non, a cominciare da Martin Scorsese? Rimane un mistero e non si riesce a non storcere il naso.
Nel 2014 ci si dimenticò di Alain Resnais, ma l’autore francese scomparve un giorno prima la cerimonia e si è recuperato quest’anno. Con Rosi ci si è dimenticati e basta.
Photo: Augusto De Luca [fonte: wikipedia]