Dall’inviata
Carlo Lucarelli, uno dei maggiori giallisti italiani, nonché ottimo scrittore ha diretto la sua opera prima cinematografica, L’isola dell’angelo caduto, in corsa per la sezione Prospettive Italia al Festival Internazionale del Film di Roma. Il film, dal titolo suggestivo, rievoca un po’ Shutter Island e un po’ l’opera teatrale Il giardino bruciato di Juan Mayorga. L’oggetto della storia, la vera protagonista, infatti, è un’isola nella quale accadono strani eventi, tra cui una serie di omicidi inspiegabili e spacciati per incidenti o suicidi.
Siamo in pieno Fascismo, nel Gennaio del 1925, il commissario nominato dell’isola (Giampaolo Morelli) deve indagare sugli inspiegabili eventi che si susseguono nel giro di pochi giorni. Inoltre la moglie sembra palesare disturbi mentali e inquietudine.
La prima cosa che spicca di questo film è la sceneggiatura ben eseguita. Si vede che a scriverla è stato uno scrittore. Tutto combacia perfettamente e l’inserimento di flashback di pochi secondi aiutano molto la concentrazione dello spettatore.
L’interpretazione è buona, pur trattandosi di un film italiano e non sono poche le suggestioni, oltre che culturali anche emozionali.
Foto: Ufficio Stampa Festival Internazionale del Film di Roma