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DIARIO di un CINEFILO: Napoli Film Festival XIV Edizione (Parte I)

“La lavorazione di un film somiglia al percorso di una diligenza nel Far West: all’inizio uno spera di fare un bel viaggio, poi comincia a domandarsi se arriverà a destinazione.”

 

Con questa significativa metafora, Francois Truffaut, spiega allo spettatore incantato, la sua avventura di regista, nel suo capolavoro Effetto Notte, pellicola del 1973 in proiezione, martedì 2 ottobre alle ore 18,30 in Sala 1 al Castel Sant’Elmo… ma non divaghiamo oltre… Lo ammetto: adoro i festival cinematografici; luoghi d’incontro, dove poter scambiare idee e riflessioni colte con altri critici e cinefili, dove quasi sempre il tuo pass stampa, ti concede di essere viziato, di non pagare quasi nulla, di ottenere piccoli favori e privilegi, di fare il figo con le sbarbatelle, ma soprattutto di recuperare o di poter assistere a prodotti quasi sempre interessanti e di nicchia, come un famelico vampiro che si nutre d’immagini.

Quest’anno inizialmente, devo ammettere anche questo, il programma del Napoli Film Festival – XIV Edizione, non mi ha colpito particolarmente, l’ho trovato, a volte, di stampo troppo intellettuale, radical chic, ed in alcuni momenti invece troppo di facile recupero, vedi pellicole presentate nella sezione Incontri Ravvicinati .

Certo vedere dei film celebri, semmai in lingua originale, in una sala gremita, da sicuramente un altro effetto, un senso di collettività emozionale che uno schermo LCD in risoluzione Full HD o un monitor di un computer, pur grandi che siano, non potranno mai restituire. Al momento, mentre scrivo, ho seguito i primi quattro giorni di Fest, dal 24 al 28 settembre, comodamente seduto in ultima fila, nella sala Dumas, dell’Istituto Francese Grenoble di Napoli. A tal proposito vi do due soffiate, il caffè del bar del Grenoble è davvero buono, soprattutto “in vetro”, mentre il sistema di ventilazione della sala è un tantino alto, quindi portatevi eventualmente un golfino, da tenere sulle spalle, dovesse ripresentarsi occasione.

Non potendo seguire tutte le proiezioni, ho preferito concentrarmi sulle rassegne di cinema d’oltralpe, ovvero Percorsi D’Autore, dedicate rispettivamente al famigerato Francois Truffaut, uno dei miei registi cult di sempre; e al poco conosciuto e distribuito, dalle nostre parti, Paul Vecchiali, regista corso, d’indubbio talento narrativo e visionario.

La rassegna su Francois Truffaut, che continuerà anche nei prossimi cinque giorni restanti a Castel Sant’Elmo, presenta, quasi tutti film dell’autore, di fine carriera, eccetto Jules e Jim, del 1962, che verrà proiettato, lunedì 1 ottobre alle ore 19,00 nell’Auditorium del castello a San Martino.

Per quanto invece riguarda Paul Vecchiali, non potrei ancora del tutto pronunciarmi, dato che la rassegna dei suoi film, deve ancora concludersi, vedrò però di ritornarci nella seconda parte dell’articolo, con qualche approfondimento. Il suo è, decisamente, un cinema, molto personale e quindi affascinante da osservare. Mi rimane però un dubbio riguardo al suo primo lavoro, I trucchi del diavolo – Nove ritratti di una ragazza (1966), fortemente ispirato, secondo me, dalla pellicola nostrana, Io la conoscevo bene (1965) di Antonio Pietrangeli, con una giovanissima Stefania Sandrelli; un film molto amaro, scritto tra gli altri da un misconosciuto, all’epoca, Ettore Scola.

A Vecchiali, però, va dato il merito di aver reso la narrazione filmica, stilisticamente più accattivante, con sequenze oniriche di dubbio effetto cinematografico, anche se l’ispirazione sa quasi di plagio, ed il film di Pietrangeli risulta essere comunque, più profondo ed attuale, ancor oggi. Secondo un mio modesto parere, si sarebbe potuto fare un excursus più articolato, sul regista parigino, presentando semmai anche qualche suo cortometraggio, come ad esempio Une histoire d’eau ( 1958 ) diretto a quattro mani con J. L. Godard. Oppure proporre, anche per via della recente scomparsa di Ray Bradbury, autore del romanzo ispiratore della pellicola, Fahrenheit 451, film che parte, con i titoli di testa tra i più originali e narrativamente appropriati della storia del cinema. Non dimentichiamoci poi l’amore travolgente, che il regista nutriva, per la letteratura, per i libri e la scrittura, tanto da far diventare questi elementi dei clichè del suo cinema. In tal senso, chiudo, consigliando a chi non lo avesse visto, L’uomo che amava le donne, commedia agrodolce del 1977. Molto attuale e divertente, straordinariamente interpretata dall’attore Charles Denner.

Ultima nota stonata, infine, riguarda la rassegna SchermoNapoli Documentari, tenutasi al PAN, il Palazzo delle Arti di Napoli. La saletta video, al piano terra, era davvero piccola per accogliere i numerosi addetti e curiosi, un peccato, che mi ha fatto perdere la visione, mercoledì 26 settembre , dell’interessante documentario sugli Squallor, del 2011, di Carla Rinaldi e Michele Rossi. Consiglio agli organizzatori di allestire per il futuro uno spazio ai piani superiori, più adatto e meglio allestito, avrebbero così consentito una miglior visibilità ai documentari, un affascinante nuova forma di cinema, sempre più influente.

To be continued…
Diario di un Cinefilo – Napoli Film Festival XIV Edizione – ( Parte II e ultima, per quest’anno )

Leggi anche:
«On connaît la chanson?»: incontro con Paul Vecchiali al Napoli Film Festival 2012

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