Charlie Chaplin iniziava a fare cinema esattamente cento anni fa. Era il 2 Febbraio del 1914 e il secolo breve, per dirla con Eric J. Hobsbawn, non era ancora iniziato (Charlie Chaplin sarebbe diventato poi un’icona di questa tragica epoca, tant’è che il libro Il secolo Breve nell’edizione italiana della BUR ha in copertina un fotogramma del film Il grande dittatore).
Making a living fu proiettato nei cinema il 2 febbraio del 1914: in esso si vede Chaplin, all’epoca venticinquenne, nelle vesti di uno scapestrato giornalista. Questo personaggio cerca di convincere un passante (Henry Lehrman, il resista del corto) a dargli del denaro. Dopo di che non solo gli ruba del denaro, ma anche la moglie ed uno scoop giornalistico. Molto esilarante sarà la lite senza esclusione di colpi fra i due a chiusura del film.
Nel 1914 la maschera di Charlot non era stata ancora messa a punto da Chaplin. Ma già in questi tredici minuti di filmato ci sono degli elementi che preludono alla figura del vagabondo. Come il baffo, il cappello ed il bastone da passeggio. Il personaggio infatti sarebbe nato pochissimi giorni dopo in un altro corto Kid Auto Races at Venice, in cui l’evoluzione della maschera a maschera del vagabondo è stata portata a compimento, gli abiti tipici sono ormai quelli e rimarranno tali nella storia del Cinema, la gestualità ancora un po’ grossolana, ma Charlot è, sia nei lati fisici che in quelli caratteriali quello che poi avremmo apprezzato ancora oggi, cento anni dopo.
Charlot ritorna oggi nelle sale con il film La febbre dell’oro (visibile da oggi a Napoli alla multisala Modernissimo e da domani al cinema Ambasciatori a via Crispi). Nel film Charlot è un impacciatissimo cercatore d’oro del freddissimo Klondike. Lì incontrerà Big Jim (in Italia Giacomone) con cui si riparerà in una baita riparandosi dal freddo e cercando di sopravvvivere alla fame. Il film nacque come film muto nel 1925 ma nel 1942, dato che il sonoro nel cinema era diventata la norma, Charlie Chaplin decise di farne un adattamento sonoro per il nuovo pubblico introducendo una colonna sonora ed eliminando gli intertitoli, commentando con la sua voce le varie scene del lungometraggio.
Tante cose si potrebbero dire su Charlot e sull’umanità del suo personaggio povero ma sempre dignitoso (la bombetta ed il bastone sono sempre lì a sottolineare la rispettabilità del personaggio).
Ma fra tutte le belle cose che sono state dette su questa formidabile maschera è degno di nota quello che disse Federico Fellini in un’intervista a Vincenzo Mollica: “In un’epoca come il fascismo irta di miti guerrieri, tutta riverberata dalla romanità, dalle celebrazioni militari, tutti avremmo voluto essere come lui: vagabondare per il mondo con quella curiosità mai delusa, quella grazia, quella leggerezza, quella libertà di un gatto, girare e vagabondare per quell’immenso e favoloso paese che era l’America, che nessuno ci ha raccontato con tanto realismo poetico e tanta esattezza. (…) Come cineasta vorrei aggiungere che se Rossellini è stato Omero per noi Chaplin è stato Adamo, un progenitore: discendiamo tutti da lui”.
[Foto: ilcinemaritrovato.it ]