Nata a Napoli nel ’76 e vive con la musica da quando ne ha memoria. Scrive per mestiere e per passione e quello che scrive solitamente lo si può ascoltare più che leggere: è il suo modo per scaricare ansie, frustrazioni, tachicardie e mal d’amore vari. Ho collaborato con uno studio di produzione di musica dance durante la sua prima adolescenza poi per fortuna è rinsavita (o forse si è rincoglionita del tutto) e vive la sua seconda adolescenza facendo la cantautrice:
http://soundcloud.com/micaelatempesta/sets;
http://soundcloud.com/micaelatempesta-live/micalive-joker.
A domande sulla sua biografia risponde: “Nella mia vita sono stata nell’ordine una studentessa, una figlia di papà annoiata e indecisa, un ignorante arrogante, una ragazza ribelle, una pallina da flipper tra le facoltà della Federico II, una commessa , una segretaria, una musicista, una cantante, una che scrive troppo e parla poco, una donna normale, insomma. Odio parlare di me, mi piace essere una persona giusta…non sempre ci riesco ma almeno ci provo. La mia città mi rende prigioniera e sorridente, mi nega il diritto ad una vita normale, la mia città è colorata e qualche volta devo ammetterlo puzza. È caotica e da brava cittadina contribuisco volentieri al caos. La mia città è una perla ai porci: i porci siamo noi. Sono convinta che tutto possa cambiare ma nulla cambierà il rapporto che lega qualunque napoletano alla propria città, come una radice inestirpabile, un cordone ombelicale mai tagliato, sistole e diastole dentro ognuno di noi. La portiamo dentro ovunque andiamo…e chiunque va via lascia un pezzo di sé qui girovagando per il mondo perennemente incompleto e malinconico. A volte mi domando se a un milanese manchi la madunina. Se non sei napoletano non puoi capire. Questa è una verità.”