La Reggia di Caserta ospita, fino al prossimo 31 ottobre 2014, un’interessante mostra dedicata al “Vanvitelli segreto”, essenzialmente concentrata su due obiettivi: l’esposizione dei dipinti dei pittori più ammirati dal Vanvitelli (e che in diverse occasioni furono anche suoi collaboratori, da Sebastiano Conca, da lui chiamato a Napoli per importanti commissioni, a Corrado Giaquinto, uno dei più grandi pittori del periodo roccocò) e quella della riproduzione della Cathedra Petri (Il Trono di San Pietro, un trono ligneo che leggenda vuole sia identificabile con la cattedra vescovile di San Pietro, primo vescovo di Roma e papa).
La mostra è stata ideata da Paola Raffaella David, già Soprintendente BAPSAE di Caserta e Benevento e curata da Vega de Martini e Francesco Petrucci, mentre la promozione è stata affidata al Centro Europeo per il Turismo. L’esposizione, allestita nei magnifici e sontuosi appartamenti storici del Palazzo Reale di Caserta, offre uno sguardo sull’opera meno conosciuta dell’architetto napoletano di origini olandesi: la pittura, il disegno industriale e le rappresentazioni decorative e scenografiche di base ingegneristica; ma è anche l’occasione per raccontare, attraverso dipinti e opere d’arte, la sua figura di mecenate di artisti e pittori della scena napoletana e romana del suo tempo.
Luigi Vanvitelli (italianizzazione voluta dal padre del vero nome Lodewijk van Wittel) è stato di certo uno fra i più importanti esponenti dell’architettura e dell’arte tardo barocca. Dopo studi letterari, artistici e scientifici, l’architetto artista approfondì i modelli classici di Vitruvio, rimanendo influenzato dall’opera di Filippo Juvarra, oltre che dal tardo seicento romano. A Roma si fece conoscere come architetto soprattutto partecipando ai concorsi per la facciata principale di San Giovanni in Laterano e per la Fontana di Trevi, concorsi che avrebbero segnato la rinascita artistica dello Stato della Chiesa sotto il governo di Papa Clemente XII. La Reggia di Caserta, realizzata per conto di Carlo III di Borbone e della moglie Maria Amalia di Sassonia, rappresenta l’ultima maestosa residenza reale nell’età dell’assolutismo. Proprio nella Reggia, capolavoro dell’architettura settecentesca, sono evidenti tutte le qualità dell’autore: assemblaggio scenografico, genialità nelle opere idrauliche e sapiente (e moderna) progettazione del territorio. Un esempio di grande realizzazione idraulica? La Reggia era rifornita d’acqua dal monumentale Acquedotto Carolino, progettato dallo stesso Vanvitelli sul modello delle opere idriche dell’antica Roma.
Il Vanvitelli segreto si snoda dunque in questo percorso fra dipinti meno noti e la rappresentazione, come si diceva, del trono di San Pietro, imponente manufatto tardo-barocco in marmo di Carrara a metà strada tra scultura e arte decorativa, ideato dal Vanvitelli per la Basilica Vaticana, qui riprodotto nel bellissimo modello in terracotta e stucco dorato conservato presso la Fabbrica di San Pietro.
Una mostra notevole, di certo uno degli appuntamenti culturali casertani di questo periodo da non perdere.
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