Ci sono pittori che oltre ad essere grandi disegnatori sono evocatori di atmosfere. Franco Javarone (nella foto) è uno di questi. Nato a Napoli nel 1943, ha lavorato con i più grandi registi, di cinema e teatro. Da Blasetti a Strehler. Lavorando al San Carlo di Napoli e alla Scala di Milano. L’attore napoletano espone alcune delle sue tele al Bar Settebello, Palazzo Filomarino a via Benedetto Croce 8, Napoli. I sui quadri non hanno nome. Ma sembra che abbiano un’anima. L’anima carnascialesca tipicamente italiana. I variopinti sfondi dei suoi quadri sono gli stessi del vestito di Arlecchino. E si potrebbero operare dei parallelismi fra la sua Arte (con tanto di a maiuscola) e le illustrazioni di Emanuele Luzzati. Come Luzzati, infatti, Javarone è capace di trasportare chiunque guardi in suo quadro in un atmosfera onirica. Ci fa stare a contatto con la parte più infantile del nostro Io, con i suoi Don Chisciotte colorati e sognatori. Sembra che Javarone riesca a far sì che il fanciullino di pascoliana memoria ci prenda per mano e ci conduca all’interno delle sue opere. Opere in cui ci sono figure femminili nude ma, al contempo, molto sensuali e garbate.
I suoi gatti dagli occhi fissi sull’osservatore e sovrastati da un cielo potrebbero, in qualche modo, riportarci alla memoria il dipinto “Notte stellata sul Rodano” di Vincent Van Gogh. O un cavallo dal manto variopinto sarebbe in grado di ricordarci un quadro cubista.
Le sue opere sono state esposte a Napoli e Ischia. Ogni particolare di un suo quadro testimonia con forza l’attaccamento che l’attore ha per la vita. Perché forse è proprio questo che Javarone vuole infondere a coloro che soffermano il proprio sguardo sulle sue opere: un grande amore per l’esistenza, per l’altro sesso, per gli animali e per i propri sogni.
E in questo Javarone ricorda Federico Fellini, che fu anche disegnatore e pittore che amava dipingere le idee che intendeva realizzare. E da questo grande Maestro sicuramente è stato contaminato. E prova rammarico di aver iniziato a dipingere solo tredici anni fa quasi un decennio dopo la scomparsa di Federico Fellini
Ogni dipinto del nostro infatti, ha qualcosa di preziosissimo e appartiene alla poesia, perché si riferisce ad un sentimento ben preciso: il sentimento dell’umano, della sofferenza, del bisogno insopprimibile della giustizia. Sono questi i sentimenti che ispirano Franco Javarone. Chi vuole immergersi in un’atmosfera onirica e concedersi una meritata pausa dagli affanni del quotidiano venga ad ammirare la fantasia figurativa, l’estro umoristico, il senso della fiaba e le geniali soluzioni grafiche di questi lavori ad olio. A Javarone manca una cifra stilistica ben precisa. Nelle sue opere emerge, tuttavia, l’incessante ricerca di una sua identità da pittore. Ma non è escluso che questa figura imponente dall’animo nobile, diventi in tempi molto brevi bravo a dipingere come è bravo a recitare.