Giorni fa avevo già pubblicato un breve articolo introduttivo sull’inaugurazione dell’evento, tenutosi nella suggestiva cornice del Teatro San Carlo di Napoli. Ieri sera , domenica 13 ottobre, si è conclusa, con un’ottima affluenza di pubblico, l’ultima edizione di questa valida realtà culturale del nostro territorio, realizzata con professionalità e passione da Laura Trisorio e dal suo Studio Trisorio. Il programma delle proiezioni di ArteCinema, come tutti gli anni era davvero ricco di interessanti proposte, naturalmente ho dovuto fare una doverosa scrematura seguendo quello che personalmente ritenevo più valido e rappresentativo. In quest’edizione la rassegna ha voluto dare enfasi all’aspetto più politico del campo artistico, partiamo quindi dalla prima serata al Teatro Augusteo (foto: http://www.artecinema.com), venerdì 11 ottobre. Il primo documentario che ho visto è stato, Salvador Dalì, Genie Tragi Comique di Francois Lèvy – Kuentz, del 2012. Il progetto indagava la figura dell’artista spagnolo, esplorando la complessa personalità sia del mito, sia della sua stravagante personalità come uomo di cultura. Il documentario era pieno zeppo di materiale d’archivio audiovisivo, una vera chicca per gli appassionati dell’estroso surrealista; interviste, dichiarazioni, immagini private, un progetto basato sul personaggio mediatico, che con astuzia Dalì si era saputo costruire ad “arte”. Molto interessante, a seguire, anche il documentario di Stan Neumann, del 2013, Photo Conceptuelle, dove alcuni artisti d’avanguardia a partire dagli anni ’60, scelgono di usare la fotografia, come un ulteriore mezzo artistico, una sorta di prolungamento della loro arte. Infine in chiusura di giornata, un affascinante ritratto, sulla figura del pittore catalano Mirò, che ha creato un fil rouge con il progetto su Dalì, unendosi in un ideale trittico catalano con il documentario proiettato, domenica 13 ottobre, in apertura, sulla figura di Antoni Gaudì, Sagrada – El Misteri della Creaciò. Il progetto su Mirò, dal taglio molto politico, intitolato, Joan Mirò: The Ladder of Escape, indagava il rapporto tra l’arte e la guerra e di come questa avesse influenzato le rappresentazioni pittoriche dell’artista . Interessante, ma inadatto da proiettare a fine serata, un tantino pesante insomma. Andiamo avanti, sabato 12 ottobre, è stata la serata più ricca ed interessante, l’affluenza di pubblico è stata minore di domenica, vedi Notte Bianca al Vomero, anche se comunque numerosa. Il documentario di Gilles Coudert, presente in sala, Les Aventures de MUMO – Le Musèe Mobile, del 2012, è stata davvero una gradita sorpresa. Il progetto racconta l’avventura di MUMO, un museo mobile per bambini, installato in un container e trasportato su un apposito autocarro, nato con lo scopo di portare l’arte contemporanea lì dove non esistono i musei, un viaggio che parte da Parigi ed arriva fino alla Costa D’Avorio, un progetto poetico e toccante che univa politica, pedagogia ed arte. Numerosi gli artisti coinvolti da diversi continenti, che hanno scelto di partecipare, creando opere apposite sul tema del vivere insieme. Interessante anche la forma narrativa del documentario, dal taglio diciamo naif; infatti era lo stesso MUMO, in prima persona, che raccontava di se stesso e dello scopo della sua nascita. Ma arriviamo al dunque, i documentari più interessanti dell’intera rassegna, secondo il mio modesto parere, sono due: il primo, Gregory Crewdson: Brief Encounters di Ben Shapiro, proiettato sempre sabato 12 ottobre, era incentrato sulla figura e sull’arte di Gregory Crewdson, il fotografo newyorkese, ossessionato dalla ricerca dell’immagine perfetta e che per quell’unico scatto allestisce interi set cinematografici, spendendo budget esosi. Le sue ambientazioni, laconiche e suggestive, ricordano l’amara solitudine dei maestri della pittura americana, come Edward Hopper, anch’egli presente con un documentario a lui dedicato, proiettato in chiusura di serata, domenica 13 ottobre. Il secondo invece è stato La Crucifixion – Le Scandale Sacrè di Oliver Besse del 2012, un’indagine accurata sulla rappresentazione della crocifissione nella storia dell’arte, che parte dai ferventi dibattiti, nati intorno all’opera d’arte di Andres Serrano, Piss Christ, dove l’artista ha immerso un crocifisso nella sua urina, per poi fotografarlo. Misteri dell’arte! Un elogio comunque va fatto a questa importante iniziativa culturale, che puntualmente, tutti gli anni, ci stimola, arricchendo le nostre conoscenze e per giunta gratuitamente (vedi progetto ARTECINEMA Card, nell’articolo precedente).
Lunga vita ad ArteCinema!