di Tiziana Paladini*
Due anni fa, in occasione del ventennale della morte di Troisi, l’amico Salvatore Iorio ha ospitato su queste pagine il mio ricordo di Massimo. Lo ricordo di nuovo, oggi, con lo stesso spirito di allora, facendo mie le parole di Lello Arena: “la sua mancanza si deve sentire, deve essere atroce”. Ma se è vero che la mancanza di Massimo è atroce, è altrettanto vero che la comicità, l’arguzia e la genialità che lo caratterizzavano non hanno tempo. Per questo, tre anni fa, nacque l’idea di festeggiare quello che sarebbe stato il suo 60° compleanno: il 19 febbraio del 2013 al Cinema Arsenale di Pisa ci fu una giornata dedicata a Troisi. Avevo lanciato la proposta a Daniela Meucci, amica compianta e “anima” del Cineclub Arsenale, e lei – persona assai sensibile e vera amante del cinema – l’accolse con entusiasmo: scegliemmo di proiettare Che ora è? e Non ci resta che piangere, perché con questi film, dalla fantomatica e ucronica Frìttole alla Civitavecchia cupa e piovosa, ci sembrava di riproporre l’attore completo che era Massimo, provinciale senza provincialismo, ben lontano da certi schemi in cui molti volevano relegarlo. A questa festa di compleanno, con nostra grande gioia, partecipò Renato Scarpa (video sotto), grande e versatile attore che ha affiancato Massimo nel primo e nell’ultimo film. Chi non ricorda la strepitosa scena in cui Troisi, in un crescendo di esasperazione prova a scuotere il complessatissimo Robertino! La recente scomparsa di Ettore Scola (nella foto con Troisi; fonte: web), cui Claudia Verardi ha dedicato qui una pagina molto intensa (https://www.effettonapoli.it/spettacolo/cinema/ettore-scola-ricordo-di-un-maestro/) mi ha fatto ripensare, con piacere, seppure con tanta malinconia, alla scelta felice che con Daniela facemmo per quella giornata. Scola ha avuto il grande merito di far emergere un Trosi inedito: lo ha fatto con Il viaggio di Capitan Fracassa, regalando a Troisi la possibilità di riscattarsi nei confronti dell’amato-odiato Pulcinella, e lo ha fatto anche con Che ora è? dove Troisi è un figlio riservato, sensibile, timido, insicuro che, in un rapporto irrisolto e conflittuale, fa da padre a suo padre, un grandissimo Marcello Mastroianni. Per tutta la durata del film i due parlano di niente, senza riuscire mai a comunicare davvero, nonostante i goffi, impacciati, reciproci tentativi. Hanno una giornata intera a disposizione e la sprecano perché non sono riusciti prima, quando era possibile, a creare un vero rapporto. In questi quasi 22 anni trascorsi dalla sua morte, abbiamo provato in tanti a indagare la vita e l’arte di Massimo, un po’ come fa Mastroianni in quel film, ma – chissà- forse anche noi “abbiamo parlato di tutto pur di non parlare di niente”.
* Saggista, ricercatrice, studiosa di teatro comico, ha pubblicato (per Luca Torre Editore, Napoli) studi su Eduardo Scarpetta, Massimo Troisi e “La Smorfia”, Totò, Peppino De Filippo e Tina Pica.
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