di Maurizio Stefanato*
Nel leggere il romanzo La rivincita di Tommy di Monica Florio (La Medusa Editrice) mi è parso naturale, forse per deformazione professionale, associare la vita del protagonista al celebre dipinto “L’Urlo” di Edvard Munch. Nonostante il suo sia un grido di aiuto, destinato a restare inascoltato, Tommy ha la forza e la consapevolezza che, lottando duramente contro gli avversari, potrà sovvertire un destino avverso.
Nel proseguire la lettura le parole hanno cominciato a prendere colore: a volte erano cupe come le tele dei pittori fiamminghi, oppure prendevano le dolci sfumature dei quadri del Botticelli, o s’intersecavano con forme inconsuete che ricordavano l’astrattismo di Mondrian, per poi fondersi velocemente in vari segmenti, pregni di colore, riportandomi alle creazioni informali di Afro e Vedova.
Per quanto adulto, come potevo non essere suo complice? Inevitabilmente, mi sono immedesimato in Tommy, volevo donargli la mia esperienza per aiutarlo a reagire, pur sapendo quanto fosse, data l’età, estremamente vulnerabile. Ero certo che possedeva la forza per sovvertire ciò che sembrava insormontabile. Mi era facile, ora, dare consigli pertinenti per spronarlo nel suo difficile percorso, ma io che adolescente ero stato? Ho riscontrato in ogni protagonista del romanzo delle affinità con il mio passato adolescenziale, e ciò mi ha disturbato. Tuttavia, pensando a Stella, mi sono sentito risollevato, perché c’è stata nella mia vita più di una Stella. Per fortuna!
*Scrittore e pittore, ha esordito con il romanzo L’odore dell’acqua (Edizioni del Leone, 2011), a cui ha fatto seguito Coccarda rossa (Armando Curcio Editore, 2013).