Da Via Duomo a Via Scopettieri in poche centinaia di metri.
Tanto basta per vedere lo scempio e l’incuria per una città che potrebbe essere e per molti versi lo è centro d’attrazione e polo culturale senza essere seconda a nessuno.
Sono ormai settimane che percorro questo breve tratto di strada e spero di non rivedere ciò che il giorno prima ha colpito il mio sguardo e suscitato la mia indignazione.
Le immagini parlano chiaro, il rischio per la sicurezza di chi cammina in queste poche centinaia di metri è tanto. Le persone ormai neppure ci fanno più caso, forse questo è il vero problema, evitano e si tengono alla larga per ciò che è possibile.
Eppure basterebbe inciampare per ritrovarsi tra vetri e rottami.
Come si può pensare di risolvere problemi complessi e strutturali se non si riesce a operare nel quotidiano?
Come si può pretendere dalle istituzioni che si risolvano scempi ecologici, se i primi a contribuire sono gli stessi cittadini?
Tutto ciò che ho incontrato era inanimato, non è arrivato li per caso o per volontà. C’è stato chi ha deciso che quello era il posto più comodo dove liberarsi di quelle cose.
Ma noi riusciremo mai a scrollarci di dosso questa apatia e liberarci di queste persone?
Riusciremo mai a comprendere che se non siamo prima noi a rispettare le poche regole del vivere civile, non potremmo mai avere chi lavora per migliorare la vivibilità della nostra città?
Indignarsi è forse una colpa o una mancanza di rispetto?
Forse oggi si!
© Foto – Pasquale Sanseverino – Tutte le immagini sono coperte da Copyright