“Non è la mera fotografia che mi interessa. Quel che voglio è catturare quel minuto, parte della realtà”.
Con questo poetico aforisma, il grande fotografo ed indagatore della vita, Henri Cartier Bresson, amava definire la sua arte, la fotografia; ma di questo splendido essere umano ritorneremo a parlare più avanti.
Come tutti gli anni, ritorna, sempre verde e ben organizzata da Laura Trisorio e dal suo staff, lo Studio Trisorio, la rassegna dei documentari sull’arte, ArteCinema. Ieri sera, giovedì 10 ottobre, sotto un cielo uggioso e una pioggerellina inglese, nella splendida cornice del teatro San Carlo di Napoli (foto), c’è stata la serata inaugurale.
In apertura due documentari sull’affascinante figura di Edi Rama, artista, e politico, nonché attuale Primo Ministro d’ Albania, che nel 2003, quando era sindaco di Tirana, pose fine al grigiore ed alla disarmonia edilizia, bonificando attraverso l’uso dei colori e della demolizione di edifici abusivi, la sua amata città. La riflessione che ne scaturisce dopo la visione è: l’arte può aiutare la politica? La politica può essere, in un certo senso, anche arte, non solo comunicativa, ma anche pratica diretta a creare una relazione tra l’élite dei politici ed i cittadini comuni? La risposta è affermativa, l’arte ed il bello, l’armonico, possono servire alla qualità della vita di ognuno di noi, strumenti unici e davvero universali, come i colori ad esempio, per combattere l’alienazione urbana.
Di seguito c’è stato l’interessante, anche se un po’ troppo lento e ripetitivo nei concetti, documentario, sullo scultore rumeno, d’adozione francese, Constantin Brancusi, il progetto è stato girato all’interno dell’atelier, ricostruito dal “ nostro “ architetto di fama mondiale, Renzo Piano, negli spazi esterni del Centro Pompidou di Parigi, riproducendo fedelmente quello che l’artista aveva donato allo Stato Francese. Le sculture di Brancusi sono tutte basate su uno studio ossessivo della forma, la sua rotondità, lo studio di come la luce influisca sulla percezione delle volumetrie, addirittura nelle varie fasi della giornata, insomma interessante, ma secondo il mio modesto parere un tantino troppo lungo (27 minuti circa, la metà bastavano). Dopo un veloce break, a base di prosecco (va beh!, tralasciamo la solita conquista del bicchiere al bancone, con coloriti diverbi di cornice), arriviamo al momento clou della serata, ovvero, allo stupendo documentario sul fotografo francese, Henri Cartier Bresson, dal titolo, Le Siècle de Cartier Bresson. Il maestro francese è stato riconosciuto come il padre del moderno fotogiornalismo, oltre ad aver contribuito alla diffusione della “fotografia di strada” e della fotografia di reportage, influenzando con la sua arte intere generazioni di fotografi. Il documentario, diretto da Pierre Assouline, presente anche in sala, è stato realizzato come una lunghissima intervista, praticamente raccontato in prima persona dallo stesso Cartier Bresson, le sue riflessioni sulla vita, sull’arte e sulla fotografia, la sua formazione, i suoi ricordi più vivi, davvero personale e toccante, un bellissimo ritratto, colmo d’affetto e stima, nei riguardi di un uomo dall’animo e dallo sguardo profondo.
Novità di quest’edizione è la nascita della ARTECINEMA Card, un progetto creato per sostenere il festival, attraverso varie sinergie create con i musei, gli istituti culturali, i teatri, gli alberghi, i ristoranti ed alcuni esercizi commerciali della nostra città. Con un contributo minimo di 10 euro, si può sottoscrivere la tessera sociale a validità annuale, che dà diritto a diversi vantaggi e sconti. Sul sito di ArteCinema (www.artecinema.com, fonte foto), troverete, vari approfondimenti ed opportunità relative alla Card. Ricordiamo inoltre, che da oggi, venerdì 11, fino a domenica 13, dalle 17 alle 24, al teatro Augusteo di Napoli, la rassegna continua ad entrata gratuita, per tutti gli appassionati ed i curiosi. Naturalmente noi di EffettoNapoli, ne ritorneremo a parlare con un dettagliato reportage.