di Luigi Barletta*
La XV edizione del Napoli Film Festival passerà agli archivi non tanto per i suoi ospiti o per i suoi eventi – seppur prestigiosi (vedi alla voce Giancarlo Giannini e Sergio Rubini, foto) e di notevole interesse (i soliti imprescindibili incontri con i protagonisti del cinema diretti dal prof. Augusto Sainati) – bensì per le affollatissime proiezioni (a pagamento) di alcuni capolavori della storia del cinema: da Lubitsch a Fellini, le sale del Metropolitan hanno registrato quotidianamente il tutto esaurito dimostrando che il desiderio di scoprire il buon vecchio cinema non è scomparso sotto i colpi mortali inferti dalla TV prima e da internet poi. Orde di giovani, cinefili e non, hanno assistito in religioso silenzioso alle proiezioni di 8 ½ o To be or not to be vivendo per una volta la magia del cinema come rito collettivo e non in sale deserte, abbandonati sulla propria soporifera poltrona. È un peccato che gli organizzatori non abbiano concesso anche il lusso di mostrare questi capolavori in pellicola – come peraltro annunciato da programma – ma almeno quest’anno la rassegna è ritornata finalmente in una location consona, terminando così l’esilio forzato nel Castel Sant’Elmo. Lodevole anche la collaborazione con gli istituti di cultura stranieri (Cervantes e Institut Français di Napoli) e con l’Università Suor Orsola Benincasa che hanno ospitato alcune delle numerose proiezioni – forse anche troppe, per la tipologia di Festival – ed eventi collaterali seminariali.
Per la cronaca, il concorso principale Europa Mediterraneo ha visto prevalere la dissacrante opera della regista georgiana Rusudun Chkonia, autrice di Keep Smiling, che racconta la storia di dieci madri che provano con ogni mezzo possibile a vincere un concorso di bellezza; in palio la possibilità di migliorare il proprio tenore di vita grazie a un lussuoso appartamento e una cospicua somma in dollari.
Passando al concorso Schermo Napoli la sezione cortometraggi è stata vinta dal giovane Nicola Di Vico con il suo La paura più grande che affronta in modo originale il tema della violenza sulle donne. Tra i documentari ha vinto Martin Prinoth, da Bolzano, che con Le creature del Vesuvio conferma come i migliori narratori di un territorio siano spesso da cercarsi al di fuori dello stesso. Lo studente salernitano Daniele Santonicola del Liceo «La Mura» di Angri ha vinto la sezione scuole con La cosa giusta da fare, affrontando con maturità l’annoso tema del disagio giovanile. Tra le web series vince Travel Companion di Luca Napoletano e Ferdinando Carcavallo (anche protagonisti) autori di un ironico road movie.
[Photo©Michela Iaccarino]
*Docente di Scrivere per il cinema e la televisione – Università degli Studi “Suor Orsola Benincasa” di Napoli