Pomigliano Jazz in Campania XVIII: prime indiscrezioni sull’inedito repertorio della leggenda del sax Archie Shepp con l’ONJ arrangiata e diretta da Mario Raja. Ed ancora il mito Benny Golson, Enrico Rava con PMJL- Parco della Musica Jazz Lab e le sontuose sonorità carioca di Jacques e Paula Morelembaum. La grande gastronomia campana incontra l’impegno di Slow Food con Note di Gusto a Pomigliano Jazz in Campania.
Il Pomigliano Jazz in Campania diventa maggiorenne, e propone in una versione più che mai matura dal punto di vista dell’ispirazione la sua formula del connubio tra la napoletanità come linguaggio amplissimo e tutti i sensi del jazz. Il jazz e dintorni attualmente in tour, dunque, ma soprattutto i progetti nati ad hoc per il festival, entro i quali le leggende del jazz incontrano in musica il patrimonio della nostra terra.
Se dunque la scorsa domenica 15 settembre Ludovico Einaudi ha già suonato il suo In a Time Lapse, all’Anfiteatro Romano di Avella (AV), riflessione contemporanea sul tempo a suon di minimalismi più vicini alla cifra “pop” di Jóhann Jóhannsson che non a Steve Reich e Terry Riley, Marco Zurzolo, Antonio Onorato e Francesco Nastro hanno già dato vita, al tramonto sulla terrazza panoramica di Villa Cappelli, settecentesca villa vesuviana a Pollena Trocchia , alla prima performance “dedicata” al festival, sospesa tra sonorità mediterranee e pura improvvisazione jazz, ispirata dalle suggestioni del golfo di Napoli e del Vesuvio. Ieri sera poi Franco D’Andrea, musicista europeo dell’anno per Académie du jazz de France, tra i piu noti ed amati jazzisti italiani al mondo, ha suonato di Traditions and Clusters con un trio particolare che contiene in sè l’essenza del suono di una banda, dove gli strumenti caratteristici sono il clarinetto – in rappresentanza delle ance – e il trombone, per gli ottoni. Il pianoforte di D’Andrea si ritaglia una molteplicità di ruoli grazie alla sua tipica orchestralità, mentre la musica si sviluppa tra riff, poliritmie, contrappunti improvvisati, astrazioni contemporanee e sonorità talvolta ispirate al jungle style ellingtoniano.
Partita pure l’iniziativa Note di Gusto a Pomigliano Jazz. Vesuvio orto vigna e cultura, curata dalla firma eno-gastronomica Marina Alaimo col supporto di Slow Food Vesuvio e Agro Nolano e AIS (Associazione Italiana Sommelier) Comuni Vesuviani: l’Orto Vesuviano, paradigma di biodiversità grazie alla fertilità del suolo vulcanico, è il tema delle degustazioni che accompagnano ognuno degli eventi della XVIII edizione del Pomigliano Jazz Festival, nelle persone di produttori come Vincenzo Egizio e Marialuisa Squitieri di cooperativa Madrenatura Bio e Libera Feola, la paladina delle conserve totalmente prive di conservanti. Domenica 15 chef Antonella Rossi del Napoli Mia di Riviera di Chiaia, rara perla gourmet nel panorama gastronomico napoletano, ha giocato con la tradizione del fagiolo Dente di Morto di Acerra ed il Pomodorino del Piennolo, mentre mercoledì 18 Raffaele Vertolomo del ristorante O Primm’ammore di Pompei ha cucinato a villa Cappelli di Pollena Trocchia e giovedì 19 al castello Mediceo di Ottaviano ha fatto gli onori di casa Ivan Paradiso del Cieddì di Portici.
Veniamo a ciò che ancora possiamo goderci di Pomigliano Jazz in Campania 2013. Venerdì 20 settembre il festival raggiunge il suo apice con la prima serata in terra pomiglianese, ad ingresso completamente gratuito: al Parco delle Acque di via dei Serpi apre, alle 20.30, il trio del giovane pianista partenopeo Francesco Villani, figlio di Virgilio, trentennale collaboratore di Roberto De Simone, che accompagnato dal contrabbassista Antonio De Luise e dal batterista Sergio Di Natale, presenta il suo ultimo lavoro discografico Il premio di consolazione, pubblicato per l’etichetta EmArcy, che segue di tre anni il precedente Anime.
Realizzato con il contributo del contrabbassista Jesper Bodilsen (già nel ‘trio danese’ con Stefano Bollani e Morten Lund) e di suo fratello Pierluigi alla batteria, il disco svela il suo lato più intimo e lirico.
Undici tracce tra composizioni originali e brani di Henry Mancini (Sunflowers Love Theme), Bruno Lauzi (Ritornerai) e il classico del pop anni ’80 dei Baltimora (Tarzan Boy), mostrano una certa versatilità e capacità di stupire. Villani affronta la prova in trio seguendo l’insegnamento e gli input dei suoi miti, Bill Evans a Keith Jarrett su tutti, ma nella sue note si scorgono anche echi di Scarlatti, Durante e Pergolesi.
Il suo pianismo è indiscutibilmente intriso di canto mediterraneo, ma sempre moderno nell’impostazione, lirico e melodioso, ma al tempo stesso leggero e ricco d’inventiva.
Mentre alle 22.45 sul palco piccolo sarà Miles Davis Visions EXP, l’inedito progetto che riflette sulla chitarra in album epocali del Principe delle Tenebre come In A Silent Way, On The Corner e Star People, curato dai chitarristi Nico D’Alessio ed Enrico Merlin , coadiuvati dal bassista Roberto Chiriaco e dal batterista Antonio Fusco, alle 21.30, main stage, la serata s’infiamma letteralmente con l’incontro al vertice tra la leggenda del sax tenore Archie Shepp e l’Orchestra Napoletana di Jazz diretta da Mario Raja (con in forze musicisti campani come Gianfranco Campagnoli, Raffaele Carotenuto, Pietro Condorelli, Giuseppe Fiscale, Matteo Franza, Annibale Guarino, Giuseppe la Pusata, Giulio Martino, Vincenzo Nini, Nicola Rando, Andrea Rea, Marco Sannini, Roberto Schiano, Alessandro Tedesco, Aldo Vigorito e Marco Zurzolo).
Archie Shepp, classe 1937, pioniere del free jazz (lui dichiara che non c’è jazz che non sia free), pupillo di Cecil Taylor e Coltrane, uomo contro nel senso di un afrocentrismo paragonabile forse solo a quello del Black President Fela Kuti, ha al suo attivo più di ottanta album e collaborazioni persino con Frank Zappa. Nel 1965 con Ascension, con Coltrane, Shepp diventa esponente di spicco dell‘avanguardia newyorchese, ma sono gli album della militanza ideologica ad immortalare il suo suono pastoso e la sperimentazione più sfrenata: cominciato con The Magic of Juju del 1967, il mood africano incontra l’avanguardia negli anni settanta del Novecento dando vita a capolavori assoluti come Attica Blues e The Cry Of My People.
Archie prova con l’ONJ di Mario Raja riflessioni militanti in versione inedita, tra le altre, come U-Jaama, da U-Jaama (Unite) del 1975, e Blues for brother George Jackson, rivoluzionario capofila delle Black Panther, dal mitico Attica Blues del 1972. Dal canto suo Mario Raja, arrangiatore e compositore fra i più noti e apprezzati in Italia, ha preparato con la sua ONJ, che dirige dal 2007, alcune straordinarie versioni, ad hoc per il dialogo col tenor sax di Shepp, di super-classici della canzone napoletana come Torna a Surriento ed Era de Maggio, ma pure sorprendenti estratti dalla Gatta Cenerentola di Roberto De Simone e persino dal repertorio di Pino Daniele, oltre che originalissime fusioni come quella tra la Caravan di ellingtoniana memoria ed il Petrol del nostro Renato Carosone.
Nel segno della sperimentazione e della militanza agricola pure la degustazione per Note di Gusto che accompagnerà la serata: Inghemarck Guida, cuoco originario di Arola di Vico Equense, a più di 400 metri sul livello del mare racconta, con la sua cucina, una storia di campagna e mare, una storia fatta di rispetto per la terra, che egli stesso coltiva fin da ragazzo, e per i suoi frutti, la loro stagionalità, le proprietà nutritive considerate nel segno di una dieta giustamente varia. Inghemarck è, dallo scorso autunno, chef presso la Tenuta Montecorbo di Massa Lubrense (via Dei Generali, 20, 80061 Massa Lubrense – Napoli), splendida dimora storica a vocazione biologica e vegetariano-vegana: il relais, dimora dei principi di Montecorbo, coi quali s’imparentò la famiglia di Torquato Tasso, ospitò il poeta in persona, ed è ancora oggi circondato da circa 17 ettari di terra certificati per l’agricoltura biologica. Prima di Montecorbo, due anni di studio e sperimentazioni, affiancato da esperti della nutrizione, hanno orientato chef Guida, professionista proveniente da un cucina “convenzionale”, alla produzione di percorsi gourmet messi a punto per quelli che, per ragioni etiche, di salute, varietà e gusto, hanno deciso di ridurre o eliminare la carne ed il pesce dalla loro dieta quotidiana.
Chef Inghemarck Guida ha messo a punto col collega Michele Mazzola de l’Antica Trattoria di Sorrento, due assaggi per il pubblico del Parco delle Acque: una inedita Fresella nella quale l’aroma dell’Antico Pomodoro di Napoli dell’azienda agricola Vincenzo Egizio, giovane agricoltore di Brusciano oramai noto paladino della biodiversità vesuviana e della riscoperta della papaccella, il peperone costoluto di Napoli, che Vincenzo ha letteralmente contribuito a salvare dall’estinzione, incontra la ricca dolcezza della confettura alle albicocche vesuviane di Libera Feola; ed una seconda, delicata scelta all’aroma di Fagiolo Dente di Morto di Acerra e papaccelle napoletane sempre di Vincenzo Egizio con sorprendenti chips alla zucca biologica dell’orto della Tenuta Montecorbo.