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I “nuovi mostri” in una Palermo cinica e grottesca: in dvd “È stato il figlio”, con Toni Servillo.

Approda in dvd CG Home Video (€ 17,99) la prima fatica solista del regista palermitano Daniele Ciprì, noto al pubblico televisivo più attento per il fortunato sodalizio di Cinico Tv con il collega e concittadino Franco Maresco: una galleria di ritratti orrido-grottesca abbacinata da un bianco e nero folgorante (esperienza poi culminata nei film “estremi” diretti dal duo, come Lo zio di Brooklyn e Totò che visse due volte, ma anche nel più fruibile Il ritorno di Cagliostro): È stato il figlio, tratto dal romanzo omonimo di Roberto Alajmo, è stato accolto benevolmente da critica e pubblico alla scorsa Mostra di Venezia, raccogliendo un meritato premio alla fotografia (dello stesso regista) e (un pelo sopravvalutato) premio all’esordiente Fabrizio Falco come miglior attor giovane.

Parabola cinico grottesca che affonda le radici nei mali profondi della società italiana contemporanea, È stato il figlio racconta le vicende di una famiglia palermitana (anche se gli esterni del film sono girati nel brindisino) il cui capofamiglia (interpretato da un Toni Servillo che – impeccabile in altri frangenti – è qui però troppo incline ad un certo gigionismo mattatoriale sopra le righe, acuito da una deformazione grottesca di una parlata siciliana generica che produce effetti discutibili) si arrabatta come può rivendendo del ferro vecchio predato alle navi in disuso; i Ciraulo conducono una vita di miseria e privazioni che si trasforma in tragedia quando la loro figlioletta Serenella cade vittima innocente in un agguato di mafia. La tragedia si trasforma tuttavia in un’inaspettata occasione di riscatto: grazie ai fondi per il risarcimento delle vittime di mafia, la vita dei Ciraulo può svoltare; se non fosse che i nostri cominciano a spendere ancora prima di incassare la somma e si ritrovano presto nei guai…

Calata in un fotografia livida e desaturata (vero valore aggiunto della pellicola), con scenari post industriali che rimandano a certa iconografia da apocalisse imminente, il film di Ciprì convince nel rigirare il dito nella piaga della febbre consumistica che produce sfaceli ad ogni livello della società, propagando il virus dell’ambizione anche nei contesti sociali più incongrui; nella galleria di personaggi stralunati e disperati cui prestano il volto caratteristi perfetti (Giselda Volodi, Aurora Quattrocchi, Benedetto Raneli, Giacomo Civiletti, mentre appare alquanto spaesato il cileno Alfredo Castro, attore feticcio di Pablo Larraín); tuttavia non giova all’opera una certa indecisione di registro narrativo (non del tutto indovinate le parentesi musical ambientate sulla nave), un certo eccesso di movimenti di macchina e di figure di regia (come il ralenti nella scena della morte di Serenella), mentre si fa fatica a rintracciare – se non in elementi del tutto estrinseci e secondari – le conquiste concettuali (la Sicilia come “metafora del mondo”, di cui peraltro parlava Sciascia) del succitato binomio con Maresco.

Pur se nel quadro dei limiti tracciati, È stato il figlio resta uno dei film chiave della stagione cinematografica italiana appena conclusasi. Arricchiscono il dvd (riversamento senza sbavature) il making of del film, i trailer e succulente interviste a regista e interpreti principali.

Per info: www.cghv.it

Photo©Michela Iaccarino

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